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Bandiera italiana: curiosità sul 9 aprile 1848

La bandiera d’Italia, conosciuta anche per antonomasia come il Tricolore, è il vessillo nazionale della Repubblica Italiana. È una bandiera composta da tre colori, partendo dall’asta, da verde, bianco e rosso, colori nazionali dell’Italia, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così definita dall’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nº298 edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947.

La legge ne regolamenta utilizzo ed esposizione, tutelandone la difesa e prevedendo il reato di vilipendio della stessa; ne prescrive altresì l’insegnamento nelle scuole insieme agli altri simboli patri italiani.

La storia della bandiera d’Italia inizia ufficialmente il 7 gennaio 1797, con la sua prima adozione come bandiera nazionale da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana. L’evento accadde in un salone del palazzo comunale di Reggio nell’Emilia, poi chiamato Sala del Tricolore, sulla scorta degli eventi susseguenti alla rivoluzione francese (1789-1799) che propugnò, tra i suoi ideali, l’autodeterminazione dei popoli.

Il Regno d’Italia viene proclamato diversi anni dopo, il 17 marzo del 1861, e il tricolore è considerato la bandiera ufficiale anche se la sua definizione giuridica avviene nel 1925 quando la bandiera di Stato, oltre ai tre colori, mostra anche lo stemma della casa reale.

Dopo la Seconda guerra mondiale, caduto il fascismo e abolita la monarchia, nasce la Repubblica e con essa viene definita, durante l’Assemblea Costituente, la forma definitiva della bandiera dello Stato italiano: il tricolore a bande verticali e di uguali dimensioni con i colori verde, bianco e rosso.

Origini storiche del tricolore italiano

Nel 1796 Napoleone scende con il suo esercito in Italia sconfiggendo molti Stati che vengono in seguito rifondati come repubbliche strutturate su principi democratici.

La Repubblica Ligure, la Repubblica Romana, la Repubblica Partenopea e la Repubblica Anconitana, dopo la prima campagna napoleonica che termina nel 1799, vengono soppresse dagli eserciti austriaco e russo e in parte confluiscono nel Regno Italico che nasce dopo la seconda campagna d’Italia che Napoleone guida negli anni successivi e grazie alla quale il Regno rimane intatto fino al 1814.

Tuttavia è proprio durante l’esistenza di queste repubbliche che il tricolore viene considerato un simbolo di libertà e democrazia e di identità nazionale, oltre ad essere considerato un vessillo rappresentativo di uno Stato racchiuso in confini ben definiti.

Dopo la caduta di Napoleone, gli Stati della Restaurazione aboliscono tali vessilli, ma il ricordo delle libertà acquisite induce coloro che hanno combattuto per l’indipendenza dell’Italia ad utilizzarla quale simbolo di libertà. In seguito, dopo i moti del ’48 il tricolore diviene simbolo di un’Italia in cerca dell’unità e che attorno al tricolore vuole ricongiungersi.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.