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Melito, Stefano di soli 20 anni precipita nel vuoto: non ce l’ha fatta

La comunità di Melito è sconvolta nell’apprendere la morte di Stefano M., di soli 20 anni, precipitato nel vuoto il 24 marzo. Il ragazzo è morto in ospedale qualche ora dopo l’incidente. I soccorsi sono arrivati sulla scena immediatamente e l’hanno trasportato all’ospedale di Giugliano.

Fin dal primo momento, le sue condizioni sono apparse molto gravi. I medici hanno fatto tutto il possibile per salvargli la vita ma Stefano, purtroppo, non ce l’ha fatta. Stefano è sopravvissuto inizialmente alla caduta e la città intera è stata col fiato sospeso nella speranza che potesse guarire e tornare dalla sua famiglia.

Oggi però è stata diffusa la terribile notizia. Il ragazzo, a soli 20 anni, non è sopravvissuto al terribile impatto col suolo.

Stefano precipita nel vuoto e muore in ospedale: in corso le indagini per chiarire se si sia trattato di un gesto volontario

Il ragazzo è precipitato dal balcone in via Lisbona presso le palazzine popolari della 219. L’impatto col suolo è stato molto violento e non gli ha lasciato scampo. Non è morto sul colpo ma le lesioni sono apparse gravissime sin dal primo soccorso.

Già ieri i carabinieri accorsi sulla scena hanno effettuato tutti i rilievi del caso e avviato le indagini per chiarire le circostanze della sua morte. Sono state ascoltate anche le prime testimonianze di coloro che si trovavano nei pressi dell’abitazione nel momento del tragico incidente. 

Non è ancora escluso dalle forze dell’ordine che si sia trattato di un suicidio: i militari dell’arma stanno indagando per chiarire se si tratti di una tragica fatalità o di un gesto volontario del giovane.

Molti i commenti che vogliono ricordare il giovane Stefano. Un utente su Facebook scrive: “Ti porterò sempre nel mio cuore Stefano. Ora vola più in alto possibile accanto a mio fratello. Buon viaggio“. Un’altra aggiunge: “Scioccata bravissimo ragazzo rip piccolo Stefano“.

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.