La Russia ha ufficialmente abbandonato il Consiglio d’Europa: cosa significa questo gesto? E quali saranno le conseguenze a livello economico e geopolitico?
La Russia, in realtà, subito dopo l’invasione dell’Ucraina era stata sospesa dal Consiglio Europeo con effetto immediato. Ora, a due settimane dalla sospensione, la Federazione Russa ha preso la decisione autonoma di lasciarlo.
La sospensione era un provvedimento del Consiglio d’Europa temporaneo, come precisato in un comunicato: “La decisione di oggi significa che la Russia rimane membro del Consiglio d’Europa e parte delle sue convenzioni, compresa la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La sospensione non è una misura definitiva ma temporanea, lasciando aperti i canali di comunicazione“. L’intenzione era di mantenere aperti i canali di comunicazione diplomatica ma la Russia ha fatto un passo indietro.
La chiusura definitiva dei canali di comunicazione è un’iniziativa della Federazione. In una nota del Ministro degli Esteri del Cremlino, Serghei Lavrov, si legge: “Il corso degli eventi è diventato irreversibile e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti“.
La nota continua: “I membri dell’Unione Europea e della Nato, che sono ostili nei confronti della Russia stanno abusando della loro assoluta maggioranza nel Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. La Russia non prenderà parte al tentativo di Nato e Ue nel trasformare la più antica organizzazione europea in un altro luogo dove vengono esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo dell’Occidente. Lasciamo che si divertano tra loro senza la compagnia della Russia“.
Secondo il Ministro degli Esteri Lavrov le iniziative dei paesi Nato porteranno alla “distruzione del Consiglio d’Europa e dello spazio giuridico e umanitario in Europa“. Questo gesto è, sotto gli occhi del mondo, simbolo istituzionale dell’isolamento russo a livello economico e diplomatico.