L’Università Bicocca cancella le lezioni di Paolo Nori su Dostoevskij, per non creare polemiche.
A dispetto di quanto si possa pensare, le polemiche invece si sono scatenate sul web, per una decisione che a molti non è piaciuta.
“Ho ricevuto questa mail che dice: caro professore il pro rettore alla didattica mi ha comunicato la decisione presa con la rettrice di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello di evitare polemiche in quanto momento di forte”. A leggere le parole del Rettore è il Progessore Paolo Nori, che avrebbe dovuto tenere il corso.
Il docente del Dipartimento di studi umanistici e insegnante di traduzione editoriale della saggistica russa. Autore di una cinquantina di romanzi, Nori avrebbe dovuto cominciare il suo corso universitario dedicato a Dostoevskij ma a bloccare tutto è stata una richiesta ufficiale.
Lo sdegno e la delusione sono di pubblico dominio, tant’è che il professore ha deciso di leggere pubblicamente la mail ricevuta. Profondo il dispiacere espresso durante il video – lettura pubblicato sul web. Tanti i commenti di vicinanza al docente che non trova spiegazioni a tale scelta.
Secondo l’Università Bicocca, al momento non è raccomandabile trattare certi temi e quindi di conseguenza la decisione di cancellare il corso su Dostoevskj.
La letteratura è uno strumento di comunicazione di idee per mezzo della parola, e – censurare – un corso, così come ha dichiarato il Professore che avrebbe dovuto tenerlo, significa fermare la cultura. Al di là di ogni ideologia o posizione politica, la cultura dovrebbe scindere da qualsivoglia problematica di tipo sociale.
Nel caso specifico dell’interruzione del corso, la letteratura si è trasformata in una “battaglia alla letteratura” che vede coinvolto un docente universitario, tra i più conosciuti ed apprezzati in ambito accademico.
Ricordiamo che Dostoevsky era considerato uno dei massimi esponenti della Letteratura Universale e il miglior ritrattista dell’anima russa di tutti i tempi. Parlarne in questo delicato momento storico avrebbe potuto aiutare? Non si sa, perché il corso in questione è stato sospeso.
Il corso sui romanzi dell’autore russo doveva cominciare mercoledì e prevedeva quattro lezioni presso l’Università Bicocca.
La delusione del professore
“Mi avevano invitato loro. Trovo che quello che sta succedendo in Ucraina sia una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole: censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia ma anche essere un russo morto che, quando era vivo, nel 1849, è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita, lo è. Che un’università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere”.
Oltre al mondo del web esprime vicinanza al professore anche il mondo della politica, dai Cinque stelle a Matteo Renzi.
Si attende la risposta dell’Ateneo che non ha ancora espresso nessuna dichiarazione dopo la scelta di sospendere il corso.