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27 febbraio 1996: comincia la rivoluzione dei Pokémon

Il 27 febbraio del 1996 è una data storica per un’intera categoria di appassionati, gamer e amanti del mondo dei Pokémon. Quest’ultima, infatti, segna l’inizio di una vera e propria rivoluzione che ha avuto un impatto profondo su un’intera generazione, cresciuta in compagnia di queste creature, nate dalla fantasia di Satoshi Tajiri.

In tale giorno, in Giappone, hanno fatto la loro comparsa i primi due titoli della serie di giochi: con il nome di Pocket Monsters Rosso e Pocket Monsters Verde; mentre Pocket Monsters Blu entrò sul mercato il 15 ottobre successivo, come edizione speciale. I due videogiochi sono stati distribuiti con i titoli di Pokémon Rosso e Blu in Nord America e Australia nel 1998, e sono giunti in Europa nel 1999.

La distribuzione dei giochi non è stata uniforme tra il Giappone e il resto del mondo. Infatti, se nel resto del mondo c’erano le versioni Pokémon Versione Rossa e Versione Blu, in Giappone, con Pokémon Rosso fu pubblicata anche la versione Verde.

Pokémon Rosso e Blu hanno hanno riscosso un successo immediato in tutto il mondo, dando vita ad un media franchise multimilionario. IGN li ha definiti i giochi di ruolo (GDR) per Game Boy più venduti di sempre e i GDR più venduti in assoluto. I videogiochi originali sono stati rivisti nel 1998 in Pokémon Giallo, un’edizione speciale che presenta elementi tipici della serie televisiva, tanto cara agli appassionati.

Inoltre, nel 2004 fanno la loro comparsa i remake a colori dei due titoli principali. Pokémon Rosso Fuoco e Verde Foglia, questi presentano numerose novità e aggiornamenti.

Un tratto distintivo di questi giochi, riguarda la grafica; che mostra una di queste creature, associata al colore della singola versione (ed ecco che nella versione rossa troviamo Charizard, mentre in quella Blu, Blastoise etc.).

La trama dei giochi

Pokémon Rosso e Blu sono ambientati nella regione immaginaria di Kanto, nella quale ci sono dieci città con dei percorsi che le collegano. Il protagonista è un ragazzo di dieci anni, Rosso, che vive nella città di Biancavilla. Cominciata la sua avventura, si reca dal professor Oak, un ricercatore di queste creature, che gli spiega che nell’erba alta vivono Pokémon selvaggi e che affrontarli da solo può essere pericoloso. Egli conduce il giocatore al suo laboratorio. Il giocatore ha la possibilità di scegliere un Pokémon iniziale, il cosiddetto “starter”, tra Bulbasaur, Squirtle e Charmander. Altri obiettivi presenti nel gioco sono completare il Pokédex (e quindi catturare tutti i Pokémon), sfidare e battere i capipalestra e vincere la Lega del Pokémon.

I Pokémon e il tema educativo

La presenza di queste creature immaginarie nelle vite dei più, e talvolta anche dei meno giovani, è oggetto di interessanti riflessioni pedagogiche sulla tematica educativa. Sin dall’inizio della serie animata è possibile osservare il profondo legame che si instaura tra l’allenatore e il suo gruppo di Pokémon, tutto ciò ha degli effetti sulla percezione dello spettatore che interiorizza una serie di significati.

Il pedagogista clinico Carlo Callegaro, si sofferma sul rapporto tra giochi Pokémon e contenuti educativi, approfondendo, in particolare, l’impatto della nota applicazione per cellulare “Pokémon Go”. A tal proposito ha dichiarato: “Il gioco ha sicuramente elementi accattivanti per i ragazzi, in particolare la sfida e l’esplorazione. Inoltre catturare questi mostriciattoli implica lo spostarsi nel territorio. Un ragazzo può entrare a contatto con monumenti, edifici storici ed altre particolarità della città; un’occasione per avvicinarsi alla storia e all’arte del luogo in cui vive e magari del quale poco conosce. Consiglio quindi ai genitori di non lasciare i propri figli gironzolare da soli per la città; ma di accompagnarli nella scoperta dell’ambiente che li circonda e di divertirsi assieme”.

I Pokémon, un elemento vario, che è entrato a far parte della nostra cultura a tutti i livelli e che mostra potenzialità positive.