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L’Aifa si esprime sulla 4a dose agli immunodepressi

L’Aifa dá l’okay per la quarta dose di vaccino per gli immunodepressi.

Già il 18 gennaio l’Ema aveva aperto a un nuovo richiamo per le persone con sistema immunitario gravemente indebolito che hanno ricevuto 3 dosi per la vaccinazione primaria. 

La Cts di Aifa si è riunita ieri ed ha espresso parere favorevole inviato al ministero della Salute.

In realtà non si tratta di una quarta dose ma di una dose booster che va a completare il ciclo primario di vaccinazione.  La quarta dose, definita – aggiuntiva-  verrà somministrata con vaccini a mRna. I tempi della somministrazione sono i medesimi della dose booster per la popolazione generale. 

Per le altre persone, non fragili e senza patologie, il richiamo con una eventuale quarta dose, il richiamo non dovrebbe essere previsto.

Secondo l’Ema: “Non ci sono prove della necessità di una quarta dose nella popolazione generale con gli attuali vaccini” contro il Covid. Nonostante ciò, “nelle persone con sistema immunitario gravemente indebolito, sarebbe ragionevole che le autorità sanitarie pubbliche prendano in considerazione la somministrazione di una quarta dose”.

Mentre ci si interroga sull’andamento del Covid-19, e le terapie intensive finalmente “respirano”, si pensa alla quarta dose per gli immunodepressi, anche se il booster somministrato a intervalli troppo brevi può ridurre il livello di anticorpi.

Nel frattempo si prova ad aumentare la risposta   anticorpale proprio nel momento in cui è maggiormente necessario.

Una linea condivisa da Sergio Abrignani, membro del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus. Per il professore ordinario di Immunologia all’università Statale di Milano: “Potrebbero beneficiare di una quarta dose “rari casi di immunodepressi per motivi genetici, farmacologici o infettivi, oppure i dializzati. Per loro si spera con la quarta dose di indurre almeno una protezione di breve termine”.

Intanto il Ministro della Salute Roberto Speranza, sottolinea quanto affermato da uno studio condotto dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ossia: “Tre pazienti immunodepressi su 10 non rispondono al vaccino anti SARS-CoV-2. Sette su dieci 10 sviluppano anticorpi e linfociti specifici contro il virus, soprattutto dopo la seconda dose, ma in quantità inferiori rispetto alle persone sane”.

Per ora si attende solo la conferma da parte dell’Aifa, che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni e che probabilmente confermerà quanto già detto.