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‘O zeppularo, l’antico artista della frittura a Napoli

Il fascino di Napoli… bellezza immensa, misteri e tradizioni folcloristiche, la città campana nota anche per la sua straordinaria tradizione culinaria. Napoli come città del peccato, sì, ma di gola per le svariate pietanze, le quali si preparano e si preparavano in ciascun angolo del centro urbano sia oggi che in passato. E soprattutto in tempi remoti, esisteva una figura tipica della storia partenopea, apprezzata tanto dalla popolazione locale: ‘o zeppularo era un personaggio noto nell’antichità ed amato per la sua intrigante mansione.

Come suggerisce il nome del mestiere, quest’uomo incarnava la figura del tentatore, poiché soleva vendere al popolo la zeppola, cibo illustre della cucina napoletana. Un impasto di farina, sale, acqua e spesso anche patate, un amalgama costituito da una patina di granelle di zucchero, la quale cospargeva il tutto: insomma una pietanza dal gusto irresistibile. Le zeppole, inoltre, potevano anche essere farcite con l’amarena o con una prelibata crema pasticcera.

‘O zeppularo, ‘o mast ra’ fritture de’ zeppole

‘O zeuppularo, dunque, è una professione molto remota, che risale ai tempi degli antichi Romani, più di un millennio fa circa. La tradizione delle zeppole, difatti, si riallaccia alle festività della Liberalia, commemorata in onore di Sileno, divinità del frumento, e del noto Bacco, dio del vino e dei banchetti. Per il primo, in passato il popolo romano era solito preparare delle ciambelle di frumento, dalle quali discendono proprio le zeppole di San Giuseppe, gustate oggi per la festa del papà del 19 marzo.

Nonostante il nesso con la tradizione romana, le origini delle zeppole e del zeppularo sono avvolte nel mistero: non si è a conoscenza, infatti, chi abbia inventato la ricetta odierna della gustosa pietanza. Anche se il primo a formularla ufficiosamente fu Ippolito Cavalcanti, famoso gastronomo, duca di Buonvicino. Secondo alcune fonti, questo dolce sarebbe stato realizzato per la prima volta all’interno del convento di San Gregorio Armeno; altri, invece, sostengono nel monastero di San Patrizia.

In rapporto a quanto sostenuto da alcuni documenti, sarebbero state, tuttavia, le monache della Croce di Lucca ad inventare questa speciale ricetta. Ma la storia più celebre ed accreditata è connessa al sacro nucleo familiare di Maria, Gesù e San Giuseppe: in particolare quest’ultima figura si suppone che sia stata obbligata a cucinare e poi vendere delle frittelle per la sussistenza della sua famiglia.

Differenti opinioni, piuttosto enigmatiche, avviluppano ‘o zeppularo, presente sempre, da quanto si narrava, nelle piazze e nei vicoli della città, pronto a mostrare le sue qualità migliori congiunte all’arte della frittura. Tante varianti comunque delle zeppole sono giunte fino ai tempi moderni, una più prelibata dell’altra. Il personaggio de ‘o zeppularo non si è estinto definitivamente, anche se al giorno d’oggi è sparso un po’ qua e un po’ là all’interno del centro urbano partenopeo ed anche al di fuori dei confini campani.