Il nostro sito archeologico, uno dei più grandi e famosi al mondo, è una continua scoperta. Pompei è una città d’oro, una città che custodisce tesori inestimabili per il nostro Paese e per la nostra cultura.
Come sappiamo Pompei è stata rasa al suolo dalla furia del Vesuvio che adesso è in quiete riposo. Costantemente, l’antica città ci offre continuamente, sotto le ceneri e le macerie, pezzi del nostro passato.
Oggi parliamo di un ritrovamento sensazionale: le fontane ancora funzionanti e dalle quali sgorga acqua potabile. In tutto le fontane sono 40, dislocate in ogni incrocio della città archeologica. Intorno ad esse è stata avviata una campagna di scavo ed una loro ricostruzione in 3D. Lo studio è finalizzato a scoprire elementi inediti sul sistema idrico realizzato in epoca romana.
Anticamente, a Pompei le cisterne rappresentavano uno dei sistemi principali per l’approvvigionamento e la conservazione dell’elemento idrico. Prima che la città diveniva una colonia dell’Impero Romano, gli abitanti si servivano esclusivamente della falda freatica (poco utilizzata perché l’acqua veniva filtrata da un terreno vulcanico, quindi di cattiva qualità) e l’acqua piovana raccolta dai tetti. Dopo la colonizzazione romana furono costruiti gli acquedotti.
E’ possibile che l’acqua delle cisterne fosse preferita nelle quotidiane operazioni di cucina e pulizia, sia per la comodità, visto che ogni unità abitativa ne è provvista, che per l’abitudine. Per quanto riguarda le fontane e i bagni privati, erano serviti direttamente dall’acquedotto, dove l’acqua in eccesso veniva riutilizzata per irrigare i campi.
Il Castellum Aquae, edificio romano, aveva la funzione di raccogliere l’acqua potabile e distribuirla alla rete idrica cittadina. Si trova nei pressi di Porta Vesuvio, posto ad un’altezza di circa quarantadue metri, dopo aver ricevuto l’acqua provenienti dall’acquedotto del Serino, sfruttando la pressione di caduta, questa veniva convogliata in tre condotti, in modo tale da raggiungere tutta la città.
Questo edificio presenta una pianta circolare, ha la parete est, che poggia su Porta Vesuvio e quella ovest sono in tufo e realizzate in opera reticolata, in quella nord era posto il foro d’ingresso dell’acqua. All’interno, il grosso serbatoio, era diviso in tre scomparti, ognuno del quale alimentava una conduttura: una era utilizzato per le fontane, una per gli edifici pubblici, come le terme e l’altro per le case.
Dalla nostra Pompei è evidente la grandezza delle costruzioni dell’Impero Romano e come resistono ancora oggi. Con la tecnologia avanzata degli ultimi anni si può anche ricostruire digitalmente come ipoteticamente era la vita a quei tempi.