La bambina di due anni ricoverata per complicanze legate al covid è deceduta ieri all’ospedale capitolino Bambino Gesù. La giovane paziente, chiamata Ginevra, che era stata inizialmente ricoverata nel reparto di rianimazione al Pugliese Ciaccio di Catanzaro è stata traferita d’urgenza al nosocomio romano.
Il trasferimento è stato reso necessario dalla mancanza di reparti di rianimazione pediatrica in tutta la regione Calabria. Questo è stato organizzato dalla Prefettura di Catanzaro con il supporto dell’Aeronautica Militare che ha fornito un mezzo aereo – un C-130j – per ridurre al minimo i tempi dello spostamento. Il tentativo di salvare la vita alla bambina di soli due anni, però è stato vano. Ginevra non ce l’ha fatta.
Ginevra, due anni, muore di Covid: “in Calabria manca un piano di gestione dell’emergenza in età pediatrica”
Una volta giunta a Roma le sue condizioni sono apparse da subito disperate, la bambina aveva infatti gravi danni ai polmoni con livelli di saturazione vicini alla soglia critica. Presentava, oltre ai sintomi respiratori, febbre molto alta. Nonostante lo sforzo repentino dei medici, però, la piccola Ginevra non è riuscita a vincere la malattia.
Di notte le sue condizioni si sono aggravate e lei è deceduta. Molti messaggi si sono susseguiti sui social per la sua prematura scomparsa.
Immediato il cordoglio da parte del sindaco di Mesoraca, comune in provincia di Crotone residenza dei genitori della piccola, che in un post sui social network scrive: “Sarai un angelo meraviglioso, nel giardino dei piccoli angeli“.
La tragica vicenda ha fatto emergere tutte le mancanze del SSN in Calabria. Domenico Minasi, presidente della sezione calabrese della società della società di Pediatria e primario a Reggio Calabria, ha dichiarato che la recente vicenda ha fatto emergere: “mancanza nella nostra regione di un piano organico per la gestione dell’emergenza urgenza in età pediatrica e della mancata attivazione di un’unità operativa complessa di terapia intensiva pediatrica regionale di Pediatria“.