Quirinale, presidenti Regioni in campo, moral suasion e idea ‘conclave’.
Giani: “Se stallo continua proporremmo noi un nome unitario”. Il metodo dei presidenti di Regione, fatto di buon senso, pragmatismo e soprattutto sintesi sembra farsi strada a Montecitorio dove il rebus Quirinale non pare ancora sciogliersi.
Cresce l’attivismo finora a bassa intensità dei presidenti delle Regioni, di entrambi gli schieramenti, che invocano la necessità di un accordo in tempi ragionevoli sul nome del nuovo Capo dello Stato. Il più esplicito finora è stato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Non escludo che se la situazione non dovesse sbloccarsi sulla scelta del nome del nuovo capo dello Stato a un certo punto faremo noi un ‘conclave’ per proporre un nome unitario”.
Un’iniziativa inedita e anche clamorosa per certi versi di cui avrebbero discusso ieri – ha detto Giani ad Askanews – i presidenti delle Regioni nel corso di un incontro.
“Le Regioni – ha spiegato Giani – hanno dimostrato di essere un esempio perché, entrando nella concretezza dei problemi, presidenti di centrosinistra come il sottoscritto, come Zingaretti, Bonaccini, De Luca, Emiliano e presidenti del centrodestra, anche di schieramenti diversi, e su temi come la sanità, hanno dimostrato di saper gestire nell’interesse generale del Paese e delle nostre Regioni e questo può essere un esempio anche per fare passi in avanti qui per il voto del nuovo presidente della Repubblica”.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, aveva già bocciato ieri la scelta di annunciare delle ‘rose’ di candidati: “Un metodo che non funziona perchè la situazione è più complessa”. E proprio da Emiliano è partito ieri un invito alle forze politiche a guardare anche ai profili istituzionali che sono fuori dai palazzi e in particolare all’Anci e alle Regioni perché “Possono dare un contributo di sintesi” nella ricerca di un metodo per la elezione del nuovo presidente della Repubblica. Tra i presidenti di Regione del centrodestra molto attivo è il veneto Luca Zaia quest’oggi tra i piu inseguiti in Transatlantico anche dai ‘nemici’ Cinque stelle. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e 5 stelle, si è intrattenuto a lungo con lui dando credito alle voci di un doppio ‘forno’ del movimento sulle trattative per la scelta del candidato al Colle.
E sull’argomento ruolo dei presidenti delle Regioni Zaia ha sorriso e ha risposto con un laconico. “Vediamo”. Per il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, se “C’è un elemento che può essere esportato dal ‘metodo’ con il quale lavoriamo noi Regioni, questo è certamente il buon senso e il pragmatismo. Quello che consente alle Regioni di adottare decisioni, spesso anche delicate, per dare risposte ai problemi dei cittadini”. “Anche se questa fase non va drammatizzata non va nemmeno persa di vista l’esigenza di una sintesi cui prima o poi bisogna giungere”, ha proseguito.
Si può chiamarla come meglio si crede: moral suasion o richiamo alla realtà. La sostanza non cambia. “Credo che tutti i presidenti delle Regioni, appartenenti a tutte le forze politiche, stiano esercitando in questi giorni e in queste ore una spinta che aiuti ad arrivare a un decisione ampia e condivisa sul nome del prossimo Capo dello Stato”, ha spiegato il governatore della Liguria Giovanni Toti sul ruolo dei presidenti delle Regioni e grandi elettori. “La scelta del capo dello Stato – ha proseguito Toti – ha da sempre i suoi tempi e anche i suoi ‘minuetti’ tra le forze politiche che sono chiamate a trovare una sintesi su un nome il più possibile condiviso. Quindi non drammatizzerei. C’è però ancora una pandemia in corso e una crisi in atto in Europa: i partiti possono duettare ma poi bisogna arrivare al dunque”.
Anche il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, ha messo in evidenza l’efficacia del ‘metodo’ Regioni nel prendere decisioni condivise. “Noi in Conferenza delle Regioni facciamo delle riunioni nelle quali in un’ora, un’ora e mezza troviamo un accordo che è condiviso probabilmente perché viviamo con maggiore prossimità i problemi del Paese”, ha precisato.
Gli fa eco Vito Bardi, presidente della Regione Basilicata che ha sottolineato come “I cittadini da un appuntamento come l’elezione del presidente della Repubblica si aspetterebbero delle risposte immediate e soprattutto delle risposte politiche che qualche volta sembra che manchino”