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Palazzo Sanfelice nel Rione Sanità di Napoli

Il Palazzo Sanfelice fu costruito tra il 1724 e il 1728 dall’architetto e pittore Ferdinando Sanfelice, per sé e la sua famiglia, facendone la sua residenza.

Il palazzo è una delle architetture più complesse ed enigmatiche del Settecento napoletano, punto nodale nel ricco patrimonio culturale dell’area Vergini-Sanità.

In una sorta di “cantiere-laboratorio” l’architetto, aperto alle tendenze europee, sperimentò le sue idee più innovative, grazie anche a molteplici competenze che spaziavano dalla scenografia ai sistemi strutturali.

Il complesso è composto da due corpi di fabbrica di cui uno già preesistente ed inglobato nel progetto. I portali di accesso sono identici e sormontati da due sirene che sorreggono un’epigrafe.

Il Sanfelice si contraddistinse per la creatività dei suoi progetti ed in particolare dalle originali rampe di scale, riprese anche nel Palazzo dello Spagnolo.

Gli ampi archi che seguono l’andamento delle scale, poste su entrambi i lati, sono inclinati e quelli dei pianerottoli sono perpendicolari conferendo alla struttura un aspetto unico, e attraverso l’intreccio delle scale e dei ballatoi si scorge il giardino retrostante.

La scala aperta è diventata nel tempo un punto di riferimento nella città e un’icona nel mondo della cultura e dell’immaginario collettivo, luogo di interesse per fotografi, artisti, registi di teatro e di cinema.

L’architetto Sanfelice è stato, infatti, uno degli architetti più creativi del ‘700 napoletano, famoso soprattutto per i monumentali scaloni aperti. È stato un grande innovatore dell’architettura civile proprio per le forme dei cortili e delle scale, non più laterali e nascoste ma poste di fronte all’ingresso e protagoniste assolute dei suoi edifici.

Le scale del palazzo con le rampe aperte permettono allo sguardo di oltrepassare verso gli archi rampanti, le volte e i giardini retrostanti.

Il primo cortile è a pianta ottagonale e permette di accedere al vestibolo dove si possono ancora ammirare i resti di alcuni affreschi di stemmi nobiliari appartenuti ai proprietari. Nel cortile c’è una meravigliosa scala “sanfeliciana” che ripercorre l’inclinazione delle pareti ottagonali.

Il secondo cortile, invece, ha una pianta rettangolare e anch’esso ha una scala “sanfeliciana” ad ali di falco, che fa da proscenio al giardino che si trova sul retro.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.