Calci, pugni e chi più ne ha, più ne metta. Una terribile violenza si è verificata nel cuore di Napoli, ai danni di un ragazzo di 20 anni; lasciato riverso al suolo a sanguinare e con un’emorragia interna che lo avrebbe ucciso, se non fosse stato operato.
La vittima, di soli 20 anni, ha subìto la violenta aggressione in pieno centro, a Napoli, in presenza di amici e conoscenti e senza alcun motivo reale. Il giovane, avrebbe chiesto ad un automobilista di fermarsi, mentre l’amico parcheggiava.
Nessuno ha preso la parola, nessuno si è esposto né ha aiutato gli agenti di polizia a ricostruire la dinamica dei fatti. Questo silenzio, portato avanti finora, viene rotto dalla madre del ragazzo, che ha pubblicato un appello sui social: “Chi ha visto qualcosa parli, anche in forma anonima”.
Napoli: le parole della madre della vittima
I fatti risalgono alla notte tra il 18 e il 19 dicembre, tra le ore 00.20 e 00.50. E’ avvenuto in piazza Carità, nelle vicinanze del comando provinciale dei carabinieri; “Mio figlio quella sera era con gli amici, stava aiutando l’amico alla guida a parcheggiare. Era sceso e aveva fatto segno agli altri automobilisti di fermarsi durante la manovra. Poi è arrivato quest’uomo, gli ha urlato di togliersi, ha inveito, è sceso e lo ha aggredito. Ha continuato a colpirlo anche mentre era a terra, ormai privo di sensi dopo un pugno in faccia. Si è fermato solo quando le tre ragazze che erano con lui lo hanno tirato via. Gli amici di mio figlio non sono riusciti a prendere il numero di targa, hanno pensato a portarlo in ospedale, era coperto di sangue”.
Il giovane è stato portato all’ospedale Cardarelli, dove è stato operato per una emorragia interna. La vittima presentava una ferita al sopracciglio sinistro, per la quale si sono resi necessari i punti di sutura, costole fratturate e una lesione alla milza.
Il ragazzo è stato dimesso il 24 dicembre, la Vigilia di Natale, con l’indicazione di 40 giorni di riposo assoluto. In seguito, dovrà tornare in ospedale per i controlli del caso. La Polizia ha acquisito i nastri degli esercizi commerciali nelle vicinanze, ma molte non erano accese e quelle poche che hanno ripreso la scena non hanno inquadrato il numero di targa e il volto dell’aggressore.