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Mare in Campania balneabile per il 97%: il report di Arpac

Sì riconferma anche quest’anno il dato degli anni scorsi sulla qualità del mare in Campania. Promosso a pieni voti anche se con qualche piccola sbavatura.

Nel report 2022, relativo però all’anno 2021 le acque campane risultano balneabili per il 97% lungo tutti i 480 km di costa.

Questo il risultato ottenuto da l’agenzia ambientale regionale dall’analisi di 2500 campioni prelevati. Esclusi dall’analisi circa 60 km di costa, relativi a zone che per i motivi più disparati non sono stati raggiunti, si parla di porti, aree protette o di zone utilizzate a scopi militari che non possono essere utilizzate a fini balneari.

I risultati resi noti in un articolo da Lucio De Maio, dirigente UO mare, ed Emma Leonetti, tecnico della ARPAC, evidenziano come rispetto agli anni passati ci sia stata una lieve flessione delle acque classificate come eccellenti.

Nel report tale disparità è spiegata come un possibile risultato delle piogge piogge brevi e intense che hanno caratterizzato alcune parti dello scorso anno punto questi fenomeni vanno in qualche modo ad inficiare il sistema di depurazione delle acque, soprattutto negli impianti misti, perché l’aumento della portata di carico fa sì che questi non possano effettuare accuratamente tutte le varie fasi del processo di depurazione. Nei periodi di maggiore carico, nei sistemi in cui oltre alle acque pluviali vengono convogliate anche le acque fognarie, può capitare addirittura che per il troppo carico si decida di convogliare direttamente in mare le acque tal quali senza alcuno step di depurazione, questo crea dei momenti di maggiore criticità puntuali, che prontamente sono stati evidenziati e per questo motivo è stata interdetta momentaneamente la balneazione.

Un risultato sicuramente eccellente che pone la Campania tra le eccellenze nel campo della qualità del mare, sono, infatti, solo il 4% delle aree analizzate quelle considerate di  “buona” qualità e il 3% appena “sufficiente”, purtroppo ci sono anche zone di “scarsa” qualità e dunque non balneabili che però fortunatamente si assestano sul 3%.