Il disturbo della condotta si ha nei bambini quando c’è una forte aggressività in loro.
Infatti, i bambini, ma anche gli adolescenti che hanno il disturbo della condotta, sono soliti avere un comportamento:
- intimidatorio,
- minaccioso
- prepotente.
Inoltre, i bambini che hanno il disturbo della condotta innescano intenzionalmente colluttazioni.
Poi, essi sono soliti costringere gli altri a fare quello che non vogliono.
Dunque, come si fa a capire se un bambino è affetto da tale disturbo?
I sintomi caratteristici sono i seguenti comportamento:
- aggressioni ai danni di persone e animali,
- minacce
- prepotenze.
La caratteristica principale del disturbo della condotta è la mancanza del senso di colpa e l’assenza di rimorso.
In aggiunta, questi bambini sono soliti dare inizio a episodi di bullismo e colluttazioni fisiche.
Poi, questi bambini sono soliti mentire, distruggere proprietà, rubare e non rispettare le regole genitoriali.
Si precisa che attualmente non è ancora nota la causa di questo disturbo.
Tuttavia, da vari studi è emerso che svolge un ruolo rilevante la combinazione di fattori psicologici, sociali, genetici, biologici e ambientali.
Ad esempio sul piano ambientale contribuiscono alla manifestazione di questo disturbo:
- gli stili di Parenting,
- le esperienze traumatiche,
- una storia familiare di abuso di sostanze
- disciplina incoerente da parte dei genitori.
Quindi, come si tratta questo tipo di disturbo nei bambini?
Tale disturbo si affronta attraverso un modello socio-cognitivo scientificamente fondato sulla modalità di tirare fuori la rabbia nei bambini.
In questo modello, quando il bambino incontra uno stimolo di rabbia, attiverà dei processi di valutazione.
In aggiunta, che questo disturbo si presenta nella tarda infanzia o nella prima adolescenza.
Inoltre, esso è disturbo più tipico dei maschi che delle femmine.
Quindi, per aiutare questi bambini aventi tale disturbo occorre:
- psicoterapia,
- terapia farmacologica con stabilizzatori dell’umore e antipsicotici.
In casi gravi, occorre collocare i bambini in centri residenziali per le cure.