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Luigi Pirandello moriva il 10 dicembre 1936

Luigi Pirandello moriva il 10 dicembre del 1936 a Roma, drammaturgo italiano, romanziere e scrittore di racconti, vincitore
nel 1934 del Premio Nobel per la letteratura. Con la sua invenzione del “teatro nel teatro” nel gioco Sei personaggi in cerca d’autore, è diventato un importante innovatore nel dramma moderno.

Il 10 dicembre 1936 moriva Luigi Pirandello, ecco cosa c’è da sapere sul drammaturgo italiano, roamnziere e scrittore di racconti

Pirandello moriva il 10 dicembre 1936. Figlio di un mercante di zolfo che voleva che entrasse in commercio. Pirandello, però, non era interessato agli affari; voleva studiare. Si recò prima a Palermo, capitale della Sicilia, e, nel 1887, all’Università di Roma. Dopo un litigio con il professore di studi classici, si recò nel 1888 all’Università di Bonn, in Germania, dove nel 1891 conseguì il dottorato in filologia per una tesi sul dialetto agrigentino.

Nel 1894 suo padre organizzò il suo matrimonio con Antonietta Portulano, figlia di un socio in affari, un ricco commerciante di zolfo. Questo matrimonio gli diede l’indipendenza finanziaria, permettendogli di vivere a Roma e di scrivere. Aveva già pubblicato un primo volume di versi, Mal giocondo (1889), che rendeva omaggio alle mode poetiche impostate da Giosuè Carducci . Questo fu seguito da altri volumi di versi, tra cui Pasqua di Gea (1891; dedicata a Jenny Schulz-Lander, l’amore che aveva lasciato a Bonn) e una traduzione di JW von Goethe Elegie romane (1896; Elegie romane ). Ma le sue prime opere significative furono racconti, che in un primo momento contribuì a periodici senza alcun pagamento.

Nel 1903 una frana fece chiudere la miniera di zolfo in cui era investito il capitale di sua moglie e di suo padre. Improvvisamente povero, Pirandello fu costretto a guadagnarsi da vivere non solo scrivendo ma anche insegnando italiano in una scuola magistrale a Roma. Come ulteriore conseguenza del disastro finanziario, sua moglie sviluppò una mania di persecuzione, che si manifestò in una frenetica gelosia del marito. Il suo tormento terminò solo con il suo trasferimento in sanatorio nel 1919. Fu questa amara esperienza che alla fine determinò il tema della sua opera più caratteristica, già percepibile nei suoi primi racconti: l’esplorazione del mondo strettamente chiuso della personalità umana per sempre mutevole.