Patrik Zaki è stato scarcerato.
Un commissariato di Mansura ha rilasciato lo studente egiziano Patrik dell’Università di Bologna. Fuori lo attendevano la mamma e la sorella. Le prime parole in italiano sono state: “Tutto bene grazie“.
Zaki è libero: “Grazie Italia, torno presto. Forza Bologna”. Ha dichiarato.
Lo studente egiziano è stato rimesso in libertà, nel tribunale si era tenuta la terza udienza del processo. All’uscita lo attendevano i parenti che lo hanno accolto con un caloroso abbraccio. Lasciando il posto di polizia Zaki, vestito con una tuta e scarpe da ginnastica, di bianco, il colore che contraddistingue gli imputati nei processi egiziani, ha alzato la mano in segno di ‘vittoria’. Sorridente, apparso sin da subito in buone condizioni, con la barba lunga, occhiali e i capelli raccolti in una coda.
“Sto aspettando, vedrò nei prossimi giorni cosa succede: voglio essere in Italia il prima possibile, appena potrò andrò direttamente a Bologna, nella mia città, tra la mia gente e anche nella mia università”.
Dopo 668 giorni di rinvii, non è ancora assolto. Il 30enne dalla gabbia degli imputati prima della sentenza dice di star bene e in salute. La sospensione dopo 4 minuti, poi la firma sul foglio di scarcerazione.
Anche a Brescia la delegazione locale di Amnesty International si è riunita in piazza per festeggiare la notizia che tutti aspettavano da tempo e che fa tirare un sospiro di sollievo.
Era stato arrestato il 7 febbraio 2020, suscitando notevole attenzione mediatica. Ora finalmente lo studente è stato scarcerato. Per il caso incredibile di cui si è discusso per giorni, si è mobilitata tutta Italia, le istituzioni, il Governo e tutte le università, con sit-in e cortei che ne chiedevano la scarcerazione.
La mamma e la sorella dichiarano: “Ora che abbiamo avuto finalmente quell’abbraccio, aspettiamo che questa libertà provvisoria possa diventare definitiva e permanente”.