Non è mai stato simile a “gli altri“, ha sempre desiderato distinguersi dagli altri artisti, non soltanto per la sua voce profonda e particolare, ma anche per la sua indole differente, contraddistinta dal suo passato alle spalle tortuoso e complesso. Anche perché all’interno dell’universo musicale, è naturale che alcune stelle, le quali risplendono di luce propria, brillino più di altre e si descernano, dunque, più facilmente da quelle limitrofe. È impensabile non confrontare Marracash ad una stella di questa tipologia, capace di sfavillare anche a distanze notevoli.
Sebbene inizialmente la sua musica non fosse esclusivamente destinata ad un pubblico ristretto, negli ultimi anni i componimenti di Marracash hanno subito delle variazioni, acquisendo dei tratti molto più maturi. Il suo rap valica i confini di questa stessa oratoria musicale, il suo ultimo album dimostra che questo cantante è finalmente approdato in una nuova dimensione, decisamente differente da quella attuale. Dopo la riflessione della profonda crisi esistenziale di “Persona“, “Noi, loro, gli altri” conferma lo strapotere del king del rap, la superiorità di un grande artista.
Marracash, il percorso del rapper siciliano
Dopo l’infanzia trascorsa a Nicosia, in Sicilia, Marracash si trasferisce con la famiglia nel quartiere periferico di Barona, Milano. Il suo passato è piuttosto difficile, non sarà stata sicuramente una passeggiata vivere, per un certo arco temporale, in un monolocale con il padre ed altri cinque colleghi… In seguito, però, nel modesto appartamento della madre, dopo il conseguimento del diploma di perito elettronico, comincia a scrivere le sue prime strofe sotto il nome di “Juza“; compare subito, dunque, nel demo di The Royal Rumble, collaborando con alcuni artisti di spessore, tra cui Gue Pequeno e Jake La Furia.
Da “Juza“, però, il rapper ha mutato il suo nome in “Marracash“, per il soprannome “marocchino“, attribuitogli dai bambini milanesi, per i suoi lineamenti marcati. Dal cambiamento del proprio pseudonimo all’esordio con la Dogo Gang, dal primo album denominato “Marracash” ai tanti sfornati e alle differenti collaborazioni, passando per “King del rap“, la dimostrazione delle proprie qualità.
Ma la sua fama è stata conseguita con la pubblicazione di “Persona“, il disco lanciato nel 2019, dopo un lungo periodo di assenza nell’universo musicale e dal mondo dei social. L’album, ritenuto un “classico istanteneo” del genere, ha ottenuto un apprezzamento della critica specializzata; ha scalato tutte le classifiche d’Italia, divenendo uno dei migliori dischi dell’intero anno solare.
“Noi, loro, gli altri”, l’ultimo capolavoro targato Marra
Già, un vero e proprio capolavoro, a cominciare dal titolo del nuovo album del rapper siciliano, un nome il quale rispecchia lo scenario del tessuto sociale odierno. Frammentarietà, divisione e controversia: peculiarità di una società disgiunta in piccole fazioni, le quali occultano la propria verità. Svanisce repentinamente, tra le note delle canzoni, la visione della congiunzione, la perdita d’identità diviene sempre più usuale. Eppure, è proprio all’interno dei suoi brani che l’artista si riconosce, nei quali, inoltre, emerge spesso e volentieri anche la sua bipolarità.
Tutto il disco, comunque, è tratteggiato dal tema della differenza sociale, tematica sempre più diffusa all’interno della musica moderna. La divulgazione della consapevolezza collettiva dello scenario odierno è l’augurio più rilevante per Marra, anche i giovani della Gen. Z sono in grado di scoprire e comprendere determinati aspetti più celati della modernità. Un mondo che sembra essere in frantumi, si trova sul punto di crollare per le sue profonde incrinature; mentre le fondamenta sembrano franare, Marra, tuttavia, si ferma a riflettere e poi a narrare cio che ha meditato, perché i 13 brani dell’album sono racconti dei ragionamenti dell’artista. Già, un vero e proprio capolavoro.