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Peruggia ruba la Gioconda: arrestato il 12 dicembre 1913

La Gioconda, nota anche con il nome di Monna Lisa, è un importante dipinto realizzato da Leonardo Da Vinci. Essa fu rubata il 22 agosto del 1911 da Vincenzo Peruggia.

Dopo il furto, avvenuto al Museo del Louvre in Francia,  tutti i poliziotti e  investigatori privati si misero all’opera per trovare il ladro.

La polizia iniziò le sue indagini interrogando dapprima  tutti coloro che lavoravano al museo.

Tuttavia, le indagini durano mesi e non portarono a nulla di concreto in quanto non ci fu traccia del ladro.

Autunno 1913, arriva la svolta sulla Gioconda

Il punto di svolta arriva da Firenze, dove un collezionista di nome Alfredo Geri scrive una lettera sul Corriere della Sera invitando chi è in possesso di opere d’arte di concedergliele in prestito per allestire una mostra.

In questa occasione accadde qualcosa di strano: tra le tante lettere di collezionisti privati, Geri ricevette una lettera da Parigi in cui un tale di nome Monsieur Leonard V dichiarava di essere in possesso della Gioconda.

Prontamente, Geri accompagnato dal direttore degli Uffizi si reca a Parigi per costatare la veridicità dei fatti.

È importante ricordare che Monsieur Leonard V lasciò il dipinto nelle mani di Geri in modo da verificarne l’autenticità; e così fu. Il dipinto risultò autentico.

Così, il giorno seguente, 12 dicembre 1913, Monsieur Leonard V non ebbe i soldi promessi in cambio del prestito ma venne arrestato.

Ma chi era davvero il ladro?

Monsieur Leonard V era in realtà Vincenzo Peruggia, uomo immigrato dall’Italia che svolgeva la mansione di operaio proprio al Museo del Louvre.

La mansione di Peruggia al museo era quella di pulire i quadri e ricoprirli di cristalli.

La cattura di Peruggia

Appena catturato, Peruggia dichiarò subito di aver fatto tutto da solo e di non aver avuto complici in questo furto.

L’uomo spiegò di aver rubato il dipinto come gesto patriottico per amore della sua patria.

Nonostante la spiegazione patriottica, il ladro più famoso di quel periodo venne condannato a Firenze a 1 anno e 15 giorni di carcere con l’accusa di furto aggravato.