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Migranti, vertice di Calais: gelo tra Francia e Regno Unito

l summit sull’emergenza migranti nella Manica, in programma per domani, domenica 28 novembre, come previsto in Francia, vedrà la Gran Bretagna priva di rappresentanza.

Il Governo francese ha revocato l’nvito alla ministra dell’Interno britannico, Priti Patel, alla quale è stato proibito dal partecipare all’incontro con i rappresentanti di Francia, Belgio, Olanda, Germania ed Unione Europea, che si terrà a Calais.

LA LETTERA DI BORIS JOHNSON

La reazione dell’Esecutivo francese è stata di risentimento e sdegno, alla lettera che il Capo del Governo britannico ha trasmesso al presidente Emmanuel Macron lo scorso giovedì sera. Tanto per il contenuto del messaggio, soppesato come “inappropriato“, che per la forma, considerarta “inaccettabile“.

Boris Johnson infatti ha diffuso la lettera via Twitter, ancor prima che il destinatario la ricevesse. Probabilmente, con l’intenzione di fare pressione su Parigi, oppure per propagare un segnale di fermezza tra il suo elettorato. Nella epistola, il primo ministro britannico esortava la Francia a rendersi parte attiva e a “riprendersi tutti i migranti che attraversano la Manica“.

LA REPLICA DI EMMANUEL MACRON

Il presidente Macron, a margine della sua visita ufficiale a Roma, ha criticato con risoluta asprezza i toni ed i modi di fare di Johnson:

Sono sorpreso da metodi che non sono seri. I leader non comunicano tra di loro con tweet e lettere rese pubbliche. Non siamo informatori.”

Anche il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha descritto “inaccettabile e controproducente” la missiva di Johnson. La Francia ha interpretato le parole di Londra come un tentativo di scarica barile delle responsabilità per l’attracco di migliaia di migranti sulla Francia.

Ancora più spigolosi i toni utilizzati da Gabriel Attal, portavoce dell’Eliseo, che ha commentato “mediocre” il contenuti della lettera, aggiungendo che “è come se Johnson si fosse pentito di avere lasciato l’Europa, perché appena ha un problema ritiene che sia compito dell’Europa risolverlo”. Attal, però, ha messo a profitto una proposta costruttiva: “I britannici dovrebbero mandare funzionari del servizio immigrazione in Francia per esaminare sul territorio francese le richieste di asilo in Gran Bretagna”.

Parigi non quindi ha chiuso del tutto le porta ad una collaborazione con Londra, ma ha trasmesso un monito per l’atteggiamento britannico, che dovrà necessariamente cambiare: “I nostri ministri lavoreranno seriamente a risolvere un problema serio con persone serie. Se i britannici decideranno di essere seri, vedremo con loro come agire nel modo più efficiente possibile“, ha concluso Emmanuel Macron.