Squid Game, serie TV coreana targata Netflix, continua a spopolare.
Il genere splatter che la contraddistingue sin dalla prima puntata trasmessa sulla piattaforma streaming nota per le tante serie di successo, sembra aver catturato sin da subito l’interesse del pubblico, anche se per alcuni dietro le vicende narrate si nascondono inaspettati risvolti filosofici.
Una serie che, come dicevamo, ha trovato un folto gruppo di giovani seguaci che anche nella notte delle streghe pensano di ispirarsi alla serie.
E allora via a tute verdi e rosa e al volto coperto da pesanti maschere nere con i famosi simboli ( triangolo, rettangolo e cerchio) a garantire il massimo anonimato. Simboli, questi, che nascondono una profonda analisi della società moderna infatti il triangolo indica le guardie soldato, incaricate di mantenere l’ordine, mentre il quadrato è per i supervisori, gli unici che possono autorizzare i loro sottoposti a parlare.
Tanta violenza in Squid Game, dicevamo, che sta ovviamente influenzando i giovani spettatori che magari non hanno ancora le basi per vedere oltre e cogliere il messaggio contenuto nella serie.
Giovani spettatori che trovano divertente emulare certi atteggiamenti, un pò come successo già per altri film e serie Tv.
L’allarme partito da alcuni insegnanti specie della scuola primaria è che tra i ragazzi si stia diffondendo l’uso di atteggiamenti violenti partendo dalla serie tv.
Una sorta di “un, due, tre stella…” modificato dove la statua, la torre, ballerine e quant’altro sono state sostituite da schiaffi, pistole e via così.
La cosa che preoccupa è poi dovuta ai gesti intimidatori volti a chi si rifiuta fi prendere parte al gioco o se ne vuole tirar fuori, infatti, nella serie non si può smettere di giocare. Questo nelle scuole si trasforma in atti di bullismo vero e proprio con zaino svuotati dalle finestre e altri gesti di natura violenza.
Non più quindi solo una notte, quella di Halloween, per ispirarsi a mondi spettrali e fantastici ma una vera e propria società violenta che andrebbe fermata e monitorata.
Occhio a ciò che vogliamo imitare!