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Bambini e web: i rischi di lasciare i minori “online”

Un sondaggio condotto da Kaspersky, leader globale per la cybersecurity, ha delineato un profilo piuttosto torvo del quadro dei bambini italiani in rete. L’indagine, condotta tra maggio e ottobre 2021, aveva il preciso scopo di scandagliare le abitudini della generazione Alpha in merito all’uso dei dispositivi tecnologici.

Realtà note e palesemente sottovalutate, per le quali manca evidentemente una vera consapevolezza da parte dei genitori.

I risultati del sondaggio, infatti, restituiscono l’esatta immagine di tutti i pericoli potenziali a cui si abbandona un minore quando non si supervisionano le sue attività su smartphone e tablet.

Kaspersky: i bambini in rete

La ricerca, commissionata a Educazione Digitale, è stata condotta su un campione di 1833 bambini tra i 5 ed i 10 anni:

 – “la generazione Alpha indica che il 40% degli intervistati pur avendo ricevuto consigli e istruzioni da familiari e insegnanti circa i pericoli della rete, condividerebbe senza problemi dati e informazioni personali come indirizzo di casa, scuola e lavoro dei familiari, ad amici virtuali mai incontrati prima. Il rischio che possano incorrere in malintenzionati non è solo ipotetico: il 36% ha dichiarato di aver ricevuto online proposte di giochi o sfide pericolose da parte di sconosciuti“.

I complessi aspetti della percezione del pericolo da parte dei più piccoli non permette di comprendere a fondo la natura del rischio, ma evidenzia senz’altro come la soglia di attenzione nei confronti delle minacce esterne sia estremamente bassa.

Generalmente, il dispositivo elettronico viene percepito come un appassionato compagno di giochi, di frequente anche al centro delle esperienze con gli amici. La generazione Alpha, non avendo mai conosciuto un mondo privo dell’ingerenza di internet vive in una dimensione onlife, in cui la distinzione tra virtuale e reale non esiste.

Il 55% dei bambini tra 5 e 10 anni è già detentore di possiede un dispositivo elettronico personale, mentre il 20% arriva ad usarlo perfino oltre le 2 ore al giorno, connesso online, senza precipui controlli da parte degli adulti. Ma proprio questa mancata sopraintendenza è la peculiarità più rischiosa in assoluto:

– “quando è stato chiesto ai bambini se sarebbero disposti a condividere informazioni personali come “dove vivi”, “dove vai scuola” o “che lavoro fanno i tuoi genitori” con amici virtuali mai incontrati prima, il 40% ha affermato che risponderebbe tranquillamente “perché un amico virtuale è pur sempre un amico”. Il 18% risponderebbe ma senza dare troppi dettagli mentre solo il 42% di loro ha affermato di essere consapevole che queste informazioni non andrebbero mai date a degli sconosciuti. Questo dato sorprende ancora di più se si considera che il 93% di loro ha affermato di aver ricevuto da familiari e insegnanti tutte le informazioni necessarie circa i pericoli che potrebbero incontrare online.”

Le conseguenze sono chiare: al mondo scolastico ed educativo è delegata l’enorme responsabilità di riuscire ad instillare nei minori una appropriata percezione del rischio che i genitori troppo spesso sottovalutano e trascurano. La scuola ha il dovere di farsi carico della mole di responsabilità ulteriori laddove i genitori non adempiano alle proprie mansioni di monitoraggio e insegnamento, poiché i rischi sono molteplici e ci sono una intere generazioni da salvaguardare e mettere al riparo dalle terrificanti conseguenze della vita “online