domenica 22 Dicembre, 2024
7.5 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

L’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio II il 26 ottobre 1860

L’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, o incontro di Teano, avvenne il 26 ottobre 1860 ed è l’episodio nella storia del Risorgimento con cui si concluse la spedizione dei Mille.

L’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II il 26 ottobre 1860

L’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II ha messo fine alla spedizione dei Mille, ecco cosa è accaduto il 26 ottobre 1860, dopo cinque mesi dall’inizio della partenza dei volontari garibaldini.

Il re di Sardegna, Vittorio Emanuele II aveva occupato i territori pontifici nelle Marche e in Umbria e aveva incontrato Giuseppe Garibaldi, che aveva respinto il tentativo di controffensiva dell’esercito borbonico nella battaglia del Volturno e aveva completato la conquista del Regno delle Due Sicilie.

L’intervento piemontese, dal punto di vista internazionale, aveva lo scopo di impedire che la spedizione proseguisse fino alla conquista di Roma, che avrebbe provocato l’intervento di Napoleone III e avrebbe messo a repentaglio le conquiste fatte. Da un punto di vista interno, la questione delle conseguenze politiche della spedizione era già stata sollevata nella lettera con cui, nel settembre 1860, Vittorio Emanuele II aveva respinto l’invito dell’eroe dei due mondi a “licenziare il Ministero” licenziando Cavour e Farini.

L’incontro avvenne in una umidissima mattina d’autunno e Garibaldi si fece fasciare la testa particolarmente bene con una sciarpa colorata e assistette al passaggio delle truppe piemontesi, quando ad un certo punto sentì la marcia reale suonare e gridare le parole “Il Re! Il re sta arrivando!” . Garibaldi e i suoi seguaci a cavallo avanzando sul ciglio della strada e la loro vista notò la presenza di Vittorio Emanuele II, si gettarono incontro a lui.

L’incontro del 26 ottobre, a Teano, tra Garibaldi e Vittorio Emanuele poneva fine alla spedizione di Garibaldi e di fatto assicurava alla dinastia sabauda il Regno delle due Sicilie. Le truppe garibaldine, non furono incorporate nell’esercito regolare, come era stato richiesto, e il re si rifiutò perfino di passarle in rivista. In conseguenza di questo atteggiamento, Garibaldi, deluso e sdegnato, si ritirò a Caprera.

Il 17 marzo il nuovo Parlamento italiano riunito a Torino poteva ratificare l’avvenuta unificazione, attribuendo a Vittorio Emanuele II il titolo di “re d’Italia“; il 26 marzo il Parlamento approvava un voto solenne che auspicava Roma capitale d’Italia. Il processo risorgimentale e unitario era praticamente compiuto, anche se il Lazio e le Venezie rimanevano escluse.