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Corteo No Green Pass sul lungomare di Napoli

Erano circa 300 i manifestanti che hanno sfilato a Napoli. Il corteo “No Green Pass” è iniziato da Piazza Vittoria fino a Palazzo Santa Lucia (sede della regione Campania).
I manifestanti hanno sfilato in fiaccolata sul lungomare di Napoli.

Il corteo è contro il certificato verde, incitazioni contro i parlamentari definiti “abusivi, che difendono il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione”. Si annuncia anche la manifestazione di oggi davanti alla prefettura.

“Costituzione uccisa”, alcuni manifestanti hanno creato una sorta di “altarino funebre” della costituzione italiana, così si esprime tutto il dissenso di questi manifestanti.
Uno di manifestanti espone al petto una stella gialla a 6 punte la “Stella di David” quella identificativa degli ebrei nella dittatura nazista.

Durante il corteo No Green Pass sono stati distribuiti dei volantini del Fisi nazionale
(federazione italiana sindacati intercategoriali) che hanno programmato uno sciopero generale di 5 giorni a partire da domani. “Mangiate ma c’è una dittatura e ve ne accorgerete” rivolto ai clienti dei ristoranti sul lungomare.

Da oggi venerdì15 ottobre è obbligatorio il Green Pass a lavoro.
“Il lavoratore pubblico o privato è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del Green Pass; nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta.”

Nel caso in cui un lavoratore acceda al luogo di lavoro senza Certificazione Verde:” il datore di lavoro deve poi effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa. Infatti il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza Green Pass è soggetto, con provvedimento del Prefetto, ad una sanzione amministrativa che va dai 600 ai 1.500 euro. Vengono poi applicate anche le sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi del settore.”