1909: Albert Einstein diviene professore guadagnandosi la cattedra di una delle università più prestigiose di quel tempo, l’università degli studi di Zurigo.
Una scienza e una sapienza senza tempo.
Generalmente considerato il più importante fisico del XX secolo, conosciuto al grande pubblico anche per la formula dell’equivalenza massa-energia, E = mc2, riconosciuta come l'”equazione più famosa al mondo”,e per tutti i suoi lavori che ebbero una forte influenza anche sulla filosofia della scienza, nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica «per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico», un passo avanti cruciale per lo sviluppo della teoria dei quanti, sviluppando a partire dal 1905 la teoria della relatività, uno dei due pilastri della fisica moderna insieme alla meccanica quantistica.
Dottrina e formula quest’ultima, che poi insegnò e mise a disposizione la prima volta agli studenti all università di Zurigo esattamente nel 1909.
Era nato, quando si dice il caso!, proprio nel giorno del Pi greco (14 marzo) del 1879 a Ulma, nel sud della Germania. Parliamo dello scienziato al quale, ormai universalmente, associamo l’immagine del genio. In che modo ha cambiato il modo in cui guardiamo l’Universo? Tra i suoi meriti, per esempio, c’è quello di avere trovato una spiegazione all’effetto fotoelettrico (ovvero sul perché una superficie, se viene colpita da fotoni con la giusta lunghezza d’onda, emetta elettroni), una conquista che gli valse il Premio Nobel per la fisica nel 1921.
L’idea di Einstein si basava sulla “quantizzazione” dell’energia già introdotta da Plank e mise i semi per la nascita della meccanica quantistica.
Negli anni ’20 la sua popolarità esplose definitivamente ed Einstein si trasformò in una sorta di rockstar scientifica, la prima della storia.
Oggi, circa un secolo dopo l’inizio del suo mito, il ricordo non accenna a sbiadire e la sua immagine è ancora il simbolo di intelligenza, l’icona del genio.
Molte frasi estratte dalle sue lettere sono diventate celebri, mentre tante altre citazioni (false, ma verosimili!) gli vengono spesso attribuite anche solo per conferire a un concetto una maggiore autorevolezza.
Di Albert Einstein sono rimaste celebri anche le sue bizzarrie, come non portare i calzini. Insomma Albert Einstein è sempre più un simbolo dalle mille sfumature, un’icona sfaccettata che unisce il genio, il mito e l’uomo. Tutti noi gli dobbiamo molto!
Nel 1909 lo ricorderemo, come il primo fisico , scienziato tedesco che insegnò a cattedra all’università.