Mariano Baino è nato a Napoli nel 1953, dove vive e lavora. È stato tra i fondatori, nei primi anni ’90, della rivista “Baldus” e del Gruppo 93, che hanno animato in Italia un complesso dibattito su moderno e postmoderno, avanguardia e tradizione, e, più in generale, sul mutare delle strutture comunicative e sugli effetti di derealizzazione nella società massmediale.
Nella sua poesia si incontrano pluristilismo, apertura ai dialetti e alle lingue straniere, uso straniante della citazione e dei neologismi. Fra i registri più frequenti l’ironia e la giocosità. Nelle prove più recenti, perlopiù inedite o pubblicate su riviste, si assiste al recupero delle forme metriche della tradizione, in particolare della sestina lirica e del sonetto.
I suoi libri di poesia comprendono “Camera iperbarica” (Tam Tam 1983); “Fax giallo” (Il Laboratorio, ed. non venale con serigrafie,1993, II ed. Zona 2001); “Ônne ‘e terra” (Pironti 1994, II ed. Zona 2003); “Pinocchio moviole” (Manni 2000, Premio Feronia); “Sparigli marsigliesi” (Il Laboratorio, ed. non venale con acquetinte e acqueforti, 2002, II ed. d’If 2003); “Amarellimerick” (Oedipus 2003).
Nel 2008 Mariano Baino ha pubblicato con Le Lettere di Firenze l’opera narrativa “L’uomo avanzato“.
Ha riunito aforismi, prosette, microracconti, in uno zibaldino dal titolo “Le anatre di ghiaccio” (ed. l’ancora del mediterraneo 2004).
Ha tradotto poesie di Góngora, Frénaud, Lely, Fersen. Collabora con interventi teorici e recensioni a riviste e quotidiani. I suoi testi sono stati tradotti negli U.S.A. Dirige la collana di poesia delle edizioni Bibliopolis.
Ha curato la sezione “letteratura” della XII edizione della Biennale Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo 19/28 settembre 2005, Napoli Castel Sant’Elmo. È membro dal 2006 della giuria tecnica del Premio Napoli
Ha partecipato alle edizioni del 2001, 2002, 2005, 2009 di “Napolipoesia” e a “Salernopoesia” nel 2004.
La sua più recente opera letteraria si intitola “Dal rumore bianco“, un romanzo che ha tutte le caratteristiche di un giallo, poiché vede protagonista un poliziotto della questura di Napoli, Ottone Ingravoglia. Un romanzo da leggere fino alla fine per aspettarsi un gran finale a sorpresa.
Di recente uscita l’opera “In (nessuna) Patagonia”, che è insieme un diario di viaggio, un saggio critico, il verbale di un esilio in una terra estrema.
Nelle opere poetiche più recenti il neoespressionismo dell’autore si fa più vicino al comico linguistico e al gioco combinatorio, mescolando i filoni letterari del nonsense e del mot-valise.