Tra i tanti strumenti musicali legati alla tradizione partenopea, non possono mancare le castagnelle. Queste ultime derivano, in una maniera a dir poco e evidente, dalle nacchere spagnole, dalle quali riprendono la forma e la dimensione.
Solitamente sono formate da due piccole semisfere cave, in legno e, in tempi più remoti, in osso. Le due parti dello strumento sono unite da una doppia cordicella che il suonatore lascia passare ai lati del dito medio per utilizzare correttamente le castagnelle.
Il suono tipico, associato a questi antichi strumenti, si aziona facendo sbattere tra loro le due facce delle castagnelle. Nella tradizione partenopea, questi strumenti sono utilizzati durante le danze popolari, come la tarantella.
Le castagnelle: il ritmo tipico della tradizione musicale napoletana
Le castagnelle, in effetti, sono la versione popolare delle note nacchere spagnole. Come detto precedentemente, i primi strumenti erano realizzati in osso, successivamente, si è passati al legno. Le prime differenze tra lo strumento iberico e quello partenopeo, riguardano l’etimologia dei due nomi.
Le nacchere spagnole e le castagnelle: l’etimologia dei nomi
La parola nacchera, che indica uno strumento molto simile alle castagnelle, deriva dall’arabo. Infatti nacchera viene da nakâra che significa scavato, incavato; un chiaro riferimento alla morfologia dello strumento musicale.
Le castanetas, uno strumento diffuso in tutta l’Italia meridionale
Il termine castagnelle, o castagnette, deriva dallo spagnolo castaňetas (che in Spagna indicano le nacchere), perchè ricordano la forma della castagna. Questo strumento musicale è presente nella tradizione campana e in generale in quella dell‘Italia Meridionale.
Le due facce delle castagnette sono azionate schiacciandole ritmicamente contro il palmo della mano. Uno strumento tipico della tradizione musicale partenopea. Quest’ultimo accompagna le manifestazioni culturali del posto e contribuisce a dare vita alle suggestive atmosfere della danza popolare napoletana.