Dopo “Bauli in Piazza” con l’allestimento di Claudio Trotta, anche il patron del MEI e portavoce di StaGe!., Giordano Sangiorgi, si aggiunge alla protesta corale delle maestranze dello spettacolo per il ripristino di una “nuova normalità” anche nel mondo della musica, delle arti visive e della cultura.
“Se non si riesce a ripartire dal primo ottobre con il 100% di capienza e senza distanziamento con il Green Pass, è indispensabile almeno ripartire entro e non oltre ottobre. In altri Paesi d’Europa la riapertura c’è già stata”, queste le parole di Giordano Sangiorgi, portavoce degli operatori riuniti nel Coordinamento StaGe!, una rappresentanza di oltre 100 associazioni della filiera della musica indipendente ed emergente. L’appello lanciato qualche giorno fa al Presidente Draghi, ancora inascoltato, che reclamava un concreto aiuto al mondo della musica “dal vivo”.
Ballerini, gestori di circensi e di luna park, attori, musicisti, organizzatori di eventi, artisti di strada, sarti di scena, etc.: erano almeno un migliaio, secondo le stime dei sindacati di categoria, i lavoratori del mondo dello spettacolo scesi in piazza a Bologna ed in altre altre 15 città in Italia, con un presidio sotto la Prefettura organizzato in ambito della mobilitazione nazionale “L’assenza spettacolare”, in segno di disappunto contro l’ultimo Dpcm che ha ancora una volta tagliato le gambe as eventi live, cinema, teatri ed altri eventi culturali.
“Confidiamo che il Governo e la politica facciano la loro parte altrimenti il rischio, come hanno segnalato anche le associazioni più importanti della musica, sostenute dai Big, è di morte sicura per tutto l’intero settore. Se così non fosse ci vedremmo costretti sabato al Mei ad attuare insieme agli artisti coinvolti uno sciopero della musica di almeno 15 minuti”, ha annunciato Giordano. Parole dure, ad introduzione dello Sciopero della Musica con 15 minuti di silenzio al MEI di Faenza, sabato 2 ottobre.
“Lo faremo in una forma simbolica silenziando tutta la musica della manifestazione per 15 minuti terminando con un minuto di assoluto silenzio per tutti gli artisti, le maestranze, gli organizzatori, i booking, le agenzie, i lavoratori e i locali che hanno perso il proprio lavoro o hanno dovuto cambiare impiego a causa di questa pandemia e, soprattutto, per delle scelte che non lasciano ancora oggi intravedere la luce in fondo al tunnel”.