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Gelmini: “L’obbligo vaccinale non è un’eresia”

In un’intervista del Corriere della Sera, riguardo la riapertura delle scuole e i contagi, Mariastella Gelmini, Ministra per gli Affari regionali e le autonomie, afferma: “È ancora presto per fare un bilancio, perché i dati sono condizionati dall’effetto generale agosto. Del resto era prevedibile un rallentamento di queste ultime settimane nella campagna di vaccinazione. Saranno decisivi i dati dei prossimi quindici giorni. L’utilizzo del Green pass può essere esteso”.

Inoltre “seguiamo con attenzione i dati: è doveroso mantenere alta la vigilanza, ma se facciamo un ultimo sforzo con la vaccinazione, possiamo guardare con cauto ottimismo all’autunno. È possibile – con la ripresa di tutte le attività e le scuole – che i contagi abbiano una crescita significativa, ma senza le gravi conseguenze cui eravamo abituati”.

Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale nella Pubblica amministrazione, ha riferito la Ministra Gelmini: “Concordo con il ministro Brunetta: il vaccino sarebbe indispensabile per chi fa front office nella Pa e per chi lavora nei servizi pubblici. Del resto l’obbligo vaccinale non è un’eresia: esiste già per alcune malattie.

Una decisione del genere però spetta al Parlamento. La mia opinione è che occorre attendere i dati: se dovessimo giudicare irraggiungibile la copertura dell’80% della popolazione non vedrei alternative”.

Poi riferendosi al Green pass anche per gli studenti sotto i 18 anni, ha affermato: “Faccio parte di un movimento che ha sempre creduto nei vaccini e nella scienza. E i numeri ci stanno dando ragione.

Ma la scuola è un diritto universale: il Green pass per gli studenti può esistere solo nel contesto di un obbligo generale esteso a tutti. Il dato del 60% dei ragazzi fra 16 e 19 anni con già almeno una dose è incoraggiante”.

Infine, riferendosi ai lavoratori in smart working: “non abbiamo acquistato oltre 100 milioni di dosi di vaccini per far lavorare gli italiani da casa. Lo smart working deve tornare a essere una possibile modalità di organizzazione del lavoro, prescindendo dai contagi. Ma dobbiamo tornare prima possibile alla normalità, anche sui luoghi di lavoro”.