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Mese di Agosto: il mese dell’imperatore Augusto

La parola “agosto” vanta origini antichissime. Il mese più caldo dell’anno deriva dal latino “Augustus”, nome dell’imperatore Cesare Ottaviano Augusto (63 a.C. – 14 d.C.).

In origine agosto era il mese “sextilis”, il “sestile” o “sesto”, poiché il conteggio partiva praticamente con 60 giorni di ritardo rispetto ad oggi. Poi arrivò Giulio Cesare, che si intestò il mese precedente, il “quintilis”, il quinto dell’anno, e lo trasformò in ‘Iulius’, da cui ‘luglio’ (dedicato a Cesare), a partire dalla sua stirpe, la gens ‘Iulia’. Infine, nell’8 a. C., quando stava per compiersi la transizione da Repubblica a Impero e fu riformato il calendario, Ottaviano ‘Augusto’ volle avere un mese tutto per sé e scelse quello successivo, che divenne quindi ‘agosto’.

Inoltre l’imperatore romano desiderò poi un giorno in cui tutti si ricordassero di lui, persino gli schiavi. Lo chiamò “Feriae Augusti” (“riposo di Augusto”) e lo pose esattamente a metà del mese, per rendere inequivocabile e indimenticabile quella data che indicava una festività in onore di Augusto, e che imponeva un periodo di riposo e festeggiamenti. Venivano organizzate corse di cavalli, mentre altri animali da soma, come gli asini e i buoi, venivano inghirlandati e messi a riposo.

Istituita dal primo imperatore di Roma, nel 18 a.C., questa festa era sia una chiara operazione di propaganda politica, sia un legame tra le principali festività del mese, che di fatto creavano un periodo di riposo, necessario dopo le attività di raccolta dei frutti della terra avvenute nel periodo precedente.

In molte città sopravvivono ancora oggi alcune delle antiche celebrazioni, divenute ormai tradizioni. È il caso del cosiddetto “Palio dell’Assunta” di Siena (che si svolge il 16 agosto). Inoltre, lo stesso termine “Palio” deriva dal “pallium”: il drappeggio con cui veniva premiato il vincitore di una corsa nell’Antica Roma.

Tuttavia, in epoca romana si festeggiava il 1° agosto, ma la Chiesa Cattolica volle spostare la ricorrenza per far coincidere la festa pagana con quella cristiana dell’Assunzione della Vergine Maria (ossia la salita in cielo, in anima e corpo, della madre di Cristo); perciò la festeggiamo oggi.

 

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.