Dopo 176 anni ricordiamo la prima dell’Alzira, opera di Giuseppe Verdi, rappresentata al teatro San Carlo.
Giuseppe Verdi i ,nato in provincia di Parma il 10 ottobre 1813 , è conosciuto per la sua carriera musicale, ma anche per quella politica come senatore.
Viene considerato come uno dei più grandi operisti del suo tempo e non solo.
Nelle sue composizioni emergeva la forte componente patriottica. Tra le sue opere più rinomate ricordiamo la “triade verdiana” consta da: Rigoletto; Il Trovatore; La Traviata.
“L’Alzira” è un’opera tratta da un dramma di Voltaire. L’opera è costituita da un prologo e due atti su libretto (testo) di Salvatore Cammarano.
Quest’opera gli fu commissionata da Vincenzo Flauto gestore del teatro San Carlo di Napoli. Fu proprio nel teatro partenopeo ad avvenire la rappresentazione il 12 agosto del 1845.
L’Alzira è molto probabilmente una delle opere meno conosciute di Giuseppe Verdi.
La vicenda si svolge “in Lima e in altre contrade del Perù” verso la metà del 16esimo secolo.
L’opera comincia con la storia di Zamoro, un capo di una tribù peruviana che si oppone all’ oppressione spagnola. Egli si innamora di Alzira figlia di Ataliba, capo di un’altra tribù peruviana. Durante uno scontro Zamoro viene creduto morto e i Peruviani per vendicarsi catturano Alvaro l’anziano governatore. Zamoro torna e libera il governatore. Poi Zamoro viene a sapere che Alzira e il padre sono tenuti prigionieri e lui tenterà di liberarla. Un susseguirsi di scene e intrecci.
Verdi stesso ne giudicare la sua opera Inca ha affermato: “Quella è proprio brutta.”
Avendo giudicato lui stesso duramente la sua opera non ha fatto altro che contribuire alla reputazione di quest’opera.
Dopo 176 anni dalla prima dell’Alzira siamo qui per ricordare quest’opera dandole riscatto. Eliminare il giudizio che il suo stesso autore le ha dato. Questa è un’opera che va rispolverata e analizzata e riapprezzata.