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La giornata mondiale dedicata al gufo

Il 4 agosto è la giornata mondiale dedicata al gufo, questo rapace notturno rischia l’estinzione. 

Se penso al gufo reale gli aggettivi da usare sono: maestoso, intelligente, raro. E poi bello, di quella bellezza vera, prodotta dall’evoluzione che plasma armonicamente forma e funzione. Una macchina perfetta, con vista acutissima, volo silenzioso e rapido.” (Danilo Mainardi)

Il gufo è un rapace facente parte della famiglia degli Strigidi (tipo di famiglia di rapaci notturni), diffuso nel Nordamerica, in Europa e in Asia, vive principalmente nei boschi e nelle foreste di conifere.

È un animale esclusivamente notturno e durante le ore buie caccia una grande varietà di piccoli animali: topi, talpe, scoiattoli, pipistrelli, ratti, uccellini e insetti.
Durante il giorno invece dorme nelle cavità degli alberi o in vecchi ruderi, perfettamente mimetizzato dal piumaggio.

Una peculiarità, che ha sempre riscosso ammirazione, è la capacità del gufo di ruotare  la testa di ben 270 gradi, sebbene sia impossibilitato a muovere gli occhi.

Tuttavia al gufo viene associata per di più un’immagine negativa, nella cultura di massa, in particolare nel registro colloquiale, esiste il termine “ gufare” come per indicare una persona che vuol portare sfortuna; a causa del suo verso cupo, la natura schiva e le abitudini notturne, i gufi vengono spesso rappresentati come creature oscure e maligne, oppure nel ruolo di “uccelli del malaugurio“.

Quindi la giornata del 4 agosto si pone l’obiettivo di far rivalutare questo splendido animale, ma soprattutto per parlare di conservazione.
In natura esistono solo 268 specie diverse, di queste poi almeno una cinquantina di specie sono in forte decremento, inoltre ci sono cinque specie inserite nella Lista rossa degli uccelli con uno status ritenuto “critico”.

Una possibile soluzione 

 Per salvaguardare i rapaci notturni in tutto il mondo, il miglior strumento al momento è quello di ricorrere all’uso dei nidi artificiali.

Il miglior modello da seguire lo ha proposto il Professor Motti Charter, che lavora presso lo Shamir research Institute dell’Università di Haifa, in Israele.
Il professore ha fatto installare centinaia di nidi artificiali per barbagianni in Israele, Palestina e Giordania (in questo modo ha fatto collaborare, grazie ai rapaci, popoli che hanno visioni politiche e religiose diverse).

Il suo progetto permette ai barbagianni di agire sul controllo diretto dei roditori che minacciano le coltivazioni agricole.

Vedo una duplice minaccia: da un lato, la perdita degli habitat; nel contempo la popolazione aumenta e con essa la pressione antropica sta crescendo troppo”

Con l’aiuto dei social media si spera di far capire all’uomo il problema in cui sta incappando questa specie animale, ma del resto anche altre sono a rischio, e quindi c’è bisogno di far capire il problema ed esporre anche le soluzioni possibili.