Il Giappone non tornerà mai più alla produzione e al consumo di prima degli anni ‘90. Ma il patrimonio culturale dell’oriente é infinito, millenario e che aspetta solo di essere conosciuto, a differenza dell’Italia.
Prima del COVID-19 il Giappone stava per raggiungere un record di milioni di turisti e Shunichi Tokura commissario per gli affari culturali del ministero della Cultura Giapponese, ne sa qualcosa nel 2019 c’erano milioni di turisti in un solo anno.Tokura é un compositore pluripremiato, 73 anni e violinista da quando ne aveva 4, e impiegato per la difesa dei diritti dei musicisti a Roma per partecipare al G20 della Cultura.
A Tokyo proseguono le Olimpiadi, che hanno visto una cerimonia di apertura incredibile. Tokura osserva: “Avete visto le varie danze, musiche ed esibizioni che si sono susseguite? Ognuna di quelle rappresenta un pezzetto del nostro poliedrico panorama tradizionale“.
Uno dei principali obiettivi che il ministero del Giappone sta portando avanti è proprio la “mappatura” del patrimonio. Il governo vuole esplorare le tradizioni, le culture, l’artigianato che esistono in Giappone nella cultura centenaria ma che nessuno ha ancora riconosciuto.
Partendo dalle ricette e tradizioni culinarie, alle varie modalità di produzione del sakè, poi i balli e le maschere tradizionali, fino alle piccole comunità incastonate nelle zone rurali o nelle isole. Se prima si parlava del Grande Giappone, patrimonio culturale, oggi è chiaro che non sia una cultura uniforme.
Una piccola isola che da nord a sud è ricca di tradizioni e storie stratificate nel tempo, che vanno preservate. Così, con questo spirito si è organizzata la Japan Expo, la fiera della cultura giapponese che, a causa del Covid-19, è stata rinviata al prossimo anno.
Dal 14 al 17 luglio presso il Parc des Expositions di Parigi. “Intendiamo mostrare al mondo la tradizione, ma anche la modernità: abbiamo una nuova generazione di artisti digitali ad esempio estremamente creativa” – continua il commissario.
Inoltre il primo ministro Yoshihide Suga intende istituire a settembre il ministero per il Digitale. In quel mese ci saranno anche le elezioni però, il governo cambierà. A cambiare tuttavia, non sarà la naturale attitudine dei giapponesi di “osservare le esperienze culturali in giro per il mondo, digerirle e farle proprie”. Come nel caso del bel canto. I giapponesi adorano l’opera ma a causa della conformazione fisica, che non permette di avere le corde vocali ampie come gli italiani, non avranno mai un ‘Pavarotti’.