L’arrivo dell’estate implica tante cose belle, ma anche fenomeni meno piacevoli come ad esempio un’enorme quantità di incendi boschivi.
Questo particolare fenomeno, negli ultimi anni, nel nostro paese ha assunto le dimensioni di una vera e propria calamità, in quanto interessa aree sempre più vaste della penisola.
La cosa assume un carattere ancora più drammatico se si pensa che spesso, gli incendi estivi, sono di natura dolosa.
Che sia un atto deliberato o causato da scarsa attenzione è troppo spesso la mano dell’uomo responsabile di quest’ennesimo attacco all’ambiente.
Un danno che si ripercuote non solo sull’ambiente, ma anche sul tessuto sociale dell’area coinvolta.
Come sempre procediamo per gradi.
Cosa sono gli incendi boschivi?
In Italia, secondo l’art. 2 della Legge n. 353 datata 21 novembre 2000, per incendio boschivo si intende si intende un fuoco con suscettività ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste all’interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree.
Esistono, tuttavia anche incendi non boschivi, ovvero quegli eventi in cui il fuoco pur recando danni all’ambiente non coinvolge le aree su citate.
Da un punto di vista strettamente tecnico questa differenziazione è necessaria perchè in base al tipo di “ambiente”coinvolto è necessario intervenire in modo diverso.
I danni all’ Ambiente
Analizzando il comportamento di un ecosistema subito dopo un incendio , vedremo che questo è in grado di autorigenerarsi, ovviamente secondo i tempi della natura, che segue una logica ben diversa da quella umana.
Il bosco danneggiato, in alcuni casi distrutto, per rinascere impiegherà decenni, facendo spazio ad alcune specie che saranno avvantaggiate rispetto ad altre dalla presenza dei vari nutrienti rilasciati al suolo durante l’evento avverso.
Un bosco in fiamme vedrà, in alcuni casi, le stesse alte chiome non prima di 15 anni e probabilmente le specie arboree presenti non saranno più le stesse.
È tuttavia possibile che alcune specie di alberi siano in grado di rigenerarsi in maniera sorprendentemente rapida dopo un incendio, grazie alla germinazione di nuovi semi. Questo farà si che non sia necessario piantare nuovi alberi. In questi casi si è osservato, pochi anni dopo un incendio, che il numero di specie animali e vegetali presenti sulla superficie bruciata ripopolata è superiore a quello di un bosco intatto.
Il danno idrogeologico e le ripercussioni sociali
Durante un incendio boschivo e subito dopo esso si possono verificare fenomeni di frane e smottamenti. In particolare nei primi anni dopo l’incendio, la cenere forma uno strato impermeabile che impedisce, all’acqua piovana di penetrare nel suolo. In questo modo, in particolare in caso di forti piogge, si verificano fenomeni erosivi. In caso di piogge prolungate ciò può addirittura provocare colate detritiche. Interventi strutturali contribuiscono a contrastare cadute di massi e frane su superfici fortemente bruciate.
Questo causa un danno economico e sociale non trascurabile, andando anche a influire sulla qualità della vita degli abitanti di quei luoghi e sulla viabilità, che in molti casi viene interrotta per tempi molto lunghi.
Ad oggi in Italia si stima che circa il 12% del patrimonio boschivo nazionale sia andato letteralmente in fumo. Questo il motivo per cui ogni anno il governo italiano mette in atto misure di contrasto al fenomeno.
Siamo sempre noi, tuttavia, i veri attori del cambiamento, le nostre azioni le uniche in grado di proteggere il pianeta.