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Strage di api: in Lombardia morti circa 10 milioni di insetti

Mentre le nostre città diventano grandi e moderne, le api stanno iniziando a diventare una categoria a rischio. Il fenomeno è visibile e palese, basta fare una passeggiata in un parco ed accorgersi che gli insetti impollinatori sono davvero pochi. Ma costa sta accadendo realmente? Perchè questa strage di api è un pericolo per il futuro della biodiversità?

Strage di api: le cause

Il fenomeno della sparizione degli impollinatori in realtà è cominciato molto tempo fa. Le cause sono legate ovviamente all’attività dell’uomo. La prima causa è l’urbanizzazione e la modernizzazione degli spazi, sottratti alla natura. La seconda è l’uso smodato di pesticidi e fertilizzanti chimici nelle varie coltivazioni. Indubbiamente anche i cambiamenti climatici che stanno alterando i cicli delle fioriture e fenomeni atmosferici di grande impatto vanno a danneggiare le api.

Il caso Lombardia: dieci milioni di api in meno

Interessante il caso della regione Lombardia, dove Greenpeace ha analizzato bene la situazione delle api. L’organismo che tutela gli animali e l’ambiente è riuscito a scoprire, attraverso delle ricerche approfondite, che circa 10 milioni di api non sono più tornate ai loro alveari. Stiamo parlano delle api bottinatrici, ovvero quelle che lasciano l’alveare per trovare nettare e polline. Secondo lo studio, queste api, per le ragioni elencate sopra, sarebbero morte. Ovviamente ne è derivata una scarsissima produzione di miele e danni a tutto l’ecosistema. Insomma, un quadro decisamente negativo.

Strage di api: avvelenamenti sospetti

Il problema non era nuovo. Nel 2020 gli apicoltori lombardi avevano depositato alcune denunce presso la Procura di Cremona per inquinamento ambientale. In agosto infatti si iniziarono a registrare strani fenomeni di avvelenamento in oltre 200 alveari che portarono alla perdita di circa 6-7 milioni di insetti.

L’uso di pesticidi chimici

Ma da dove viene questo avvelenamento? La risposta ce la fornisce Federica Ferrario, responsabile di Greenpeace Italia: “Le zone interessate dalla perdita massiccia di api hanno una forte vocazione agricola e sono caratterizzate dalla presenza di monocolture di mais utilizzato prevalentemente per la produzione di mangini. La morte di molti insetti negli ultimi mesi ha coinciso proprio con il periodo di semina del mais, che avviene in gran parte mediante sementi trattate con pesticidi. Sempre in questo periodo molti terreni agricoli vengono sottoposti a trattamenti di presemina con diserbanti e questo proprio mentre i campi sono pieni di fioriture di vario genere, tra cui quella del tarassaco, un fiore che fa gola alle api. Non è poi raro  che le sostanze chimiche usate per queste operazioni raggiungano, per l’azione del vento, anche la vegetazione spontanea che circonda i campi.”

Strage di api: la necessità di passare a metodi ecologici

Il Ministro della Transizione ecologica, Massimo Cingolani, ha ricordato più volte che le api e gli insetti impollinatori sono preziosi per il mantenimento del nostro patrimonio di biodiversità. Il Ministero dell’Ambiente, fa sapere che per il triennio 2019-2021 sono stati impegnati fondi per 5,6 milioni di euro per tutelare gli insetti impollinatori. Quello che però forse più servirebbe è un cambiamento nelle pratiche agricole moderne verso metodi più ecologici.

Eva Maria Pepe
Eva Maria Pepe
Laureata in Lettere classiche, ama l'arte, la letteratura, i viaggi. Il suo più grande sogno è diventare scrittrice.