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Giornata mondiale dell’albinismo: caratteristiche e generalità

Giornata mondiale dell’albinismo dal latino albus che vuol dire bianco.  Si tratta di un’anomalia congenita consistente nella totale o parziale deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell’iride e nella coroide, ma anche nei peli e nei capelli.

Essa è causata da un’assenza o un difetto dell’enzima tirosinasi. L’albinismo è ereditario ed è noto per la sua incidenza su tutti i vertebrati, incluso l’uomo.

Quando un individuo presenta una quantità di melanina ridotta è definito albinoide, quando è completamente assente albino.

La totale assenza di pigmentazione aumenta notevolmente la suscettibilità di questi soggetti alle ustioni solari e ai tumori della pelle. Coloro che sono affetti da albinismo infatti possono subire danni esponendosi alla luce solare.

L’albinismo è frequente non solo negli esseri umani, ma anche in numerosi mammiferi, pesci, uccelli, rettili e si verifica persino nei petali, nelle foglie e nei fiori. Può portare anche anomalie nelle fibre del nervo ottico, dunque problemi visivi.

L’albinismo può essere totale ma è piuttosto raro ed è caratterizzato da pelle totalmente bianca, capelli quasi bianchi o giallo paglierino, oppure può essere parziale, relativamente più frequente. La mancanza di pigmentazione la troviamo di solito limitata al ciuffo di capelli o a uno solo degli occhi.

Abbiamo poi l’albinismo oculo-cutaneo  che riguarda tutto il corpo e si manifesta all’incirca quando si è neonati. Oculare invece dove manca il pigmento nella retina.

I sintomi possono essere combattuti con un’attenta supervisione dermatologica e oculistica. Non esiste una vera e propria cura all’albinismo. I pazienti che ne sono affetti devono evitare la luce solare diretta, indossare indumenti protettivi, utilizzare occhiali da sole e applicare schermi solari con un fattore di protezione.

La scarsa visione non può essere corretta completamente con occhiali da vista o lenti a contatto. Tuttavia la correzione dei difetti è necessaria per sfruttare al meglio la capacità  visiva residua.