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Benevento, la vera sconfitta del calcio italiano

Una disfatta amara, una delusione cocente, una funesta catastrofe per porre fine ad una stagione cominciata benissimo, ma terminata con un epilogo insoddisfacente. Sebbene il Benevento avesse tutte le carte in regola per puntare e centrare l’obiettivo della permanenza in A, la corsa salvezza si è conclusa con il compimento più infausto e la sua storia finisce qui. La squadra non ce l’ha fatta, non ha tollerato le dure percosse delle big italiane, non ha saputo oppore resistenza ed è stata annientata. O forse, però, si è annientata autonomamente? Non era forse, lo stesso club campano, autore del proprio destino?

Nonostante una prima parte di campionato brillante, la seconda porzione di stagione si è rivelata un disastro. Le streghe, dunque, sono retrocesse anche per i propri demeriti, si sottolinea anche. Si tende a farlo perché per un attimo effimero, per un frangente repentinamente fuggente, si è ipotizzato che la sorte di questa squadra non dipendesse soltanto da essa, ma da una forza estrinseca molto potente: il potere tirannico del denaro, la fruizione come fonte ultima del guadagno.

Difficile credere ai complotti, o forse, se si dovessero nascondere nella penombra, si farebbe fatica a credere alla realtà. Perché non ipotizzare che esista uno sport dietro al quale si cela soltanto il dominio economico? Perché si vuol necessariamente immaginare che ciascun genere di emozione sia stata ridotta a brandelli? Quanta tristezza, quanta apatia: perché non dar retta al cuore e cogliere la passione ardente e la vera essenza del calcio?

Eppure, si suppone che ogni individuo abbia intenzione di vivere tale sport in questo modo, ma degli episodi arbitrali, verificatosi nel corso di alcune partite stagionali, hanno lasciato dietro di sé numerosi strascichi, residui naturalmente negativi. Alcuni eventi di qualsivoglia partita non sono stati del tutto nitidi: dietro di essi si eclissa questo incontrastabile fattore economico? Sussiste per davvero questa sgradita possibilità?

Da sempre le moviole hanno caratterizzato alcune gare calcistiche di qualsiasi campionato. Anche quest’anno, nel corso di Benevento-Cagliari, un rigore negato ai sanniti ha scaturito un numero elevato di polemiche, una bufera calcistica si è abbattuta su tutta l’Italia. Inizialmente, l’arbitro Doveri ha fischiato il penalty ai giallorossi per un’entrata di Asamoah su Viola: il replay mostra, difatti, il contatto tra i due calciatori. Al contrario di come spesso succede, il Var, però, richiama il direttore di gioco, il quale decide alla fine di togliere il calcio di rigore, tra le protese fragorose dei giocatori e della panchina del Benevento.

Al termine dello scontro salvezza, finito con un epilogo negativo per le streghe, la decisione dell’arbitro non è stata assolutamente condivisa dai calciatori; anzi, sono volate anche parole grosse nei confronti di Doveri dalla panchina di Pippo. Una scelta piuttosto incerta, che all’occhio nudo pareva indubitabile. Sbagliato pensare a qualsiasi tipo di complotto, ma è così inesatto credere che quello si trattasse realmente di un calcio di rigore netto? Nonostante il triste show, si tratta soltanto di un arrivederci per il Benevento, perché c’è la sicurezza che presto, anzi prestissimo, ritornerà nel massimo campionato!