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Spianata delle Moschee: continuano gli scontri violenti con i civili

Nuovi violenti scontri sulla Spianata delle Moschee, avvenuti lunedì mattina e che hanno coinvolto migliaia di civili e agenti di polizia israeliani: al momento si contano circa 278 palestinesi e 9 agenti di polizia feriti. 

Lanci di pietre da parte dei palestinesi, a cui poi la polizia israeliana risponde con granate assordanti per cercare di disperdere i civili- “Quanto avviene nella Moschea di Al-Aqsa è una vera strage e un crimine di guerra. Facciamo appello al nostro popolo affinché scenda nelle strade ed affronti l’occupante“- lo afferma sul sito di Hamas il suo portavoce Sami Abu Zuhri.

Stando alle fonti, gli incidenti sono avvenuti soprattutto alla Porta di Damasco, ma anche nel quartiere di Sheikh Jarrah, ad Haifa nel nord di Israele.

Cosa sta succedendo a Gerusalemme? 

Sono giorni che si assiste a scontri violenti tra forze israeliane e palestinesi, il nocciolo della questione si riconduce ad una questione burocratica da parte di alcuni individui ebrei: il sito in cui si concentra la maggior parte di luoghi di culto è abitato per lo più da palestinesi, ed è anche un luogo sacro per gli ebrei. Cosa succede dunque? Un’organizzazione ebraica afferma di aver acquistato questi terreni abitati nel XIX secolo e ora ne rivendica la proprietà. Se ciò dovesse essere confermato dal tribunale, allora quattro famiglie palestinesi dovranno abbandonare la propria abitazione, o almeno pagare l’affitto della loro casa fino alla morte dei presunti proprietari; dopodiché l’abitazione in questione tornerebbe di diritto a far parte delle loro proprietà.

Sebbene esponenti politici abbiano promosso un accordo pacifico tra le parti, giovedì le stesse famiglie hanno annunciato alla Corte Suprema israeliana di non aver raggiunto alcun accordo con i coloni israeliani che rivendicano quei terreni.

Con il rischio di sfratto, i palestinesi hanno presentato una nuova richiesta di appello per poter produrre una maggiore documentazione che in questo modo certificherebbe definitivamente la loro proprietà effettiva di quei terreni.

I paesi di tutto il mondo condannano le rivolte nella moschea di Al-Aqsa

Gli scontri, che stanno succedendo a causa di questa vicenda, hanno attirato condanne internazionali e appelli alla calma da ogni luogo: dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi.

Anche il Re Abdallah II di Giordania, durante una telefonata con il presidente Abu Mazen, ha condannato le violazioni israeliane, chiedendo al paese di porre fine alla vicenda, inoltre ha ribadito gli sforzi della Giordania di salvaguardare i luoghi santi islamici e cristiani a Gerusalemme.