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Ntò, il fondatore dello scenario rap napoletano

Che splendore, pura melodia“, parole familiari, espressione consueta, in particolar modo dopo aver ascoltato determinate canzoni. Spesso, però, ci sono brani obiettivamente sbalorditivi, con una musicalità davvero orecchiabile, indipendentemente dalle differenti inclinazioni. Alcuni dei brani di Ntò fanno parte di questa categoria, uno degli artisti più illustri della scena rap napoletana. Forse uno dei fondatori di un panorama in rapida ascesa: numerosi sono gli individui, infatti, ad essere attirati dal dialetto napoletano, i quali apprezzano ampiamente questa lingua.

Ntò, pseudonimo di Antonio Riccardi, è un rapper italiano, classe ’82, originario di Napoli. È molto illustre per per aver fondato, in collaborazione con Luchè, i cosiddetti “CoSang“, uno dei gruppi campani più noti ed apprezzati da tutta la penisola italiana. Nel 2005 fanno il loro debutto con il grande album “Chi Mor Pe’ Mme“, rappresentante le vicende e gli eventi delle periferie napoletane.

Il trionfo ottenuto è incredibile, dei versi di alcuni brani sono anche ripubblicati da alcuni giornali; attraverso la musica, diversi tratti di Napoli, persino quelli più velati, sono stati così riportati alla luce. Il successo è così grande da portare i CoSang a firmare un contratto di distribuzione con Universal Music. Quest’ultima stampa nuovamente il primo album e pubblica il secondo ed ultimo del gruppo musicale, denominato “Vita Bona“. Dopo quasi vent’anni, la band si disgrega e Ntò intraprende la carriera da solista.

Un percorso originale, mutevole ed impregnato di sfaccettature, dalla musica black della tradizione alle musicalità napoletane; dall’urban più all’avanguardia alla post trap di nuova generazione. Il 2019 per Ntò è un’annata fondamentale, in cui bussa alla sua porta un’opportunità speciale: stipula un contratto con una major, la Sony Music, l’occasione della vita. Un anno dopo, nel 2020, si prepara a pubblicare un album significativo, il quinto da solista, emblema indiscusso del suo talento sonoro e della propria ideologia musicale.

Nevada” è costituito da 12 brani ed include alcune collaborazioni illustri. Oltre la propria concezione della musica, dal disco affiora anche la veemente personalità del rapper napoletano. Un amalgama tra la coerenza e la contraddizione della vita, raffigurato in un presente scrutato con uno sguardo piuttosto critico. Nonostante il nome faccia riferimento ad luogo distante dall’Italia, è disco che tiene ugualmente ancorati alla penisola.

Nevada è una metafora dei nostri tempi, di quello che sto vivendo e di quello che vedo fuori. È un luogo geografico che ha delle caratteristiche che mi hanno colpito. Un deserto dove sorgono dei divertimenti forzati, a volte fuori luogo. Come Las Vegas, piena di luci e di bellezza, ma dove tutto è fittizio“. Ingannevole non è, però, il tuo talento, come il successo riscosso per le tue immense qualità. Il king della scena rap napoletana, il padre fondatore dell’intero scenario campano.