Sono scesi in Piazza i lavoratori dello spettacolo a Napoli, stanchi, stufi di non essere ascoltati e considerati. Si sono appellati esplicando il loro bisogno si essere ascoltati e così hanno stretto accordi con i lavoratori dello spettacolo di Milano e altre regioni per portare proposte concrete al governo. Hanno così scritto ed elaborato una proposta di legge da presentare al governo.
“Crediamo che chi è al poere e al governo non sappia in quali condizioni, reali vivano i lavoratori dello spettacolo, e quali siano le consizioni del nostro lavoro, e così vogliamo aprire un tavolo di dialogo tra lavoratori e ministro del lavoro.”
I lavoratori dello spettacolo chiedono che l’anno passato e il 2021 vengano considerati per intero come anni di contribuzione figurativa per tutti i lavoratori del comparto e dello spettacolo.
In 200 sono scesi in Piazza Municipio a Napoli, con loro anche Ascanio Celestini, è necessario progettare e realizzare le misure economiche relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore.
Il sistema dei bonus è stato totalmente insufficiente, meglio sostituirlo con una riforma strutturale di ammortizzatori sociali, nonché l’attuazione di una riforma totale del settore che tuteli non solo grandi enti e aziende ma anche e soprattutto lavoratori, e la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento di tutte le piccole e piccolissime realtà che si occupano di spettacolo e cultura.
I lavoratori dello spettacolo erano in “sit-in” davanti al teatro Mercadante per manifestare le difficoltà di un settore completamente paralizzato dalla pandemia. Hannno scelto il teatro come luogo per la sua visibilità simbolica, perchè l’attenzioane alle problematiche venga dimostrata e fatta viva e perchè è uno spazio pubblico campano dedicato al teatro di prosa.
I lavoratori del settore ricordano che teatri e luoghi di cultura chiusi hanno tolto la possibilità di lavoro, una “guerra tra poveri e l’abbassamento del costo del lavoro”. Migliaia di lavoratoridello spettacolo in tutto il paese, da un anno a questa parte sono rimasti senza un salario, chi non aveva altri redditi su cui contare non ha più avuto di che sostenere. Gli interventi economici di natura emergenziale erogati erano inadeguati a garantire una stabilità economica degna definendo chiara l’identità di classe di chi sta pagando questa crisi.