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“A frittatina”, un’eccellenza della cucina partenopea

Sono numerose le delizie della città partenopea, tutte da gustare e da leccarsi i baffi. Spesso alla città di Napoli viene associata la pizza, simbolo di un intero popolo e di una storia molto antica. Margherita e marinara per i tradizionalisti e i puristi della squisita pietanza, ma alcune anche più complesse. La città campana, però, offre la possibilità di assaggiare anche altri succulenti piatti; tra molti, la frittatina di pasta è spesso incoronata regina dello street food, una delle eccellenze della gastronomia partenopea.

La piccola frittatina napoletana è stata, infatti, il cibo da strada più apprezzato in assoluto. Anche Pulcinella, figura illustre, simbolo di tutta la storia di Napoli, aveva una passione viscerale per questa pietanza. “Mi rammarico di non poter preparare le frittatine perché in casa mia non avanza mai la pasta”: una dimostrazione del suo enorme interesse. È quasi impossibile resistere alla tentazione di quel profumo così invitante che invade le strade del paese.

La storia della frittatina potrebbe simboleggiare quella di Napoli, un parallelismo storico in grado di coinvolgere entrambi: una città che soffre, ma non pensa neanche lontanamente di arrendersi. In principio, nacque, infatti, come una piatto povero, ma si tentò costantemente di congiungere qualche ingrediente più appetitoso per migliorarne il gusto. Nel corso del tempo, dunque, la sua ricetta ha subito dei cambiamenti sino ad assumere le sembianze odierne, una vera delizia per il palato.

Si tratta, dunque, di una pietanza considerata “umile”, almeno nella sua versione primordiale, poiché soltanto successivamente ha conquistato una propria raffinatezza. Differenti sono i procedimenti da svolgere per la realizzazione della frittatina: dalla panatura ai tempi di cottura da controllare, passando attraverso la quantità di olio da utilizzare. Ma l’amalgama dei bucatini in un epicentro ripieno, costituito da besciamella, mozzarella, pepe e piselli, offre la possibilità di assaggiare una squisita gustosità. Alcuni sogliono aggiungere anche il ragù. La domanda sorge spontanea: qual è il motivo? La causa è legata alle origini della stessa frittatina, attraverso l’impiego degli avanzi del giorno precedente.

È da sottolineare, quindi, che è davvero un’arte fare la frittatina a Napoli; non tutti, però, sono in grado di svolgere un tale procedimento. Una piccola “escursione” tra i vicoli della città partenopea potrebbe offrire l’occasione di avere più informazioni possibili, oltre che assaggiare quelle migliori. Sarebbe un’avventura intrigante, un viaggio emblematico, costituito dal coacervo della storia e della gastronomia di una città meravigliosa.

L’esecuzione della ricetta non è particolarmente complessa e la durata della preparazione si aggira intorno ai 20 minuti. Gli ingredienti da utilizzare sono:

PER LA PASTA

•150 g di prosciutto cotto a cubetti
•noce moscata
•sale
•pepe nero
•350 g di spaghetti
•olio extravergine di oliva
•500 ml besciamella densa
•100 g di piselli surgelati

PER LA PASTELLA DA FRIGGERE

•2 uova
•pangrattato
•olio di semi di arachidi
•150 g di farina
•250 ml di acqua tiepida
•sale

Si tratta di dischetti di pasta condita con besciamella, piccoli cubetti di prosciutto e pisellini, i quali vengono pastellati, impanati, passati poi nell’uovo e nel pangrattato, ed infine inseriti nell’olio bollente. La tradizione partenopea prevede la frittura solo con la pastella, ma la doppia panatura dona alla frittatina un odore invitante ed un aspetto incredibile saporito, quasi irresistibile.

Successivamente, è necessario far riposare la pasta nel frigorifero per circa due ore, all’interno di un contenitore multiuso atto alla conservazione degli alimenti, o sigillata nella pellicola alimentare. Una volta fritte, le frittatine, naturalmente, vanno gustate calde, in modo da apprezzare tutta la bontà della pietanza.