Anna Maria Ortese è stata una delle scrittrici più brillanti del Novecento.
Nasce a Roma nel 1914 da padre siciliano e madre originaria di Napoli. La sua formazione sarà altalenante; pertanto, la scrittrice studierà principalmente da autodidatta.
Infatti, il nome dell’autrice nel Novecento veniva accostato spesso a quello di Elsa Morante. Tuttavia, circolano scarse notizie sulla Ortese rispetto alla Morante.
Dunque, perchè ci sono poche notizie sulla Ortese se è una delle scrittrici più importanti del Novecento?
A tal proposito, si evidenzia che i testi della Ortese sono difficili da comprendere.
Per quanto concerne i testi di difficile comprensione dell’autrice, ricordiamo “Il mare non bagna Napoli”, pubblicato nel 1953.
Dopo la pubblicazione del libro, la scrittrice lasciò Napoli.
Il motivo per cui questi suoi scritti erano non esattamente facili da comprendere è da ricercarsi in:
- una scrittura complessa
- descrizioni dettagliate e precise
- dell’argomentazione saggistica
- della documentazione neorealistica
- della polemica morale.
La Ortese è quindi definibile come una scrittrice fuori dalle righe. Ella amava la solitudine, durante la quale compose le principali opere della sua carriera.
Inoltre, la donna appariva molto timida nonché timorosa di farsi vedere in pubblico, sopratutto in occasioni mondane. Infatti, l’autrice usa la sua scrittura come rimedio al dolore della quotidianità giornaliera.
Da chi viene scoperta la Ortese come scrittrice?
L’autrice venne scoperta da Valentino Bompiani, il quale fu fondatore della casa editrice, denominata con il suo nome.
Tra le opere principali della scrittrice ricordiamo:
- “Il mare non bagna Napoli”.
- “L’iguana”.
- “Il cardillo addolorato”.
- “Alonso e i visionari”.
La scrittrice era di una grande creatività e sensibilità, al punto da risultare per chi la leggeva anche visionaria e sognatrice.
Ella ebbe nel 1967 il riconoscimento “Premio Strega” grazie al suo romanzo intitolato “Poveri e semplici”.
Invece, si può intendere come biografia poetica dell’autrice il suo romanzo “Il porto di Toledo”.