A quanto pare è possibile intrappolare il virus SarsCoV2 e impedirgli di uscire dalle cellule infettate per diffondersi e questo grazie a un composto presente in un farmaco chiamato 13C, è naturale e ben tollerato dall’organismo umano.
Sono stati fatti dei test in provetta in cui il farmaco si è dimostrato capace di inibire gli enzimi che favoriscono l’evasione del virus. Questo prodotto è già stato utilizzato per altri trattamenti e dunque potrebbe essere prossimamente avviato ai test clinici contro il Covid-19.
Tutto nasce dallo studio, in seguito pubblicato sulla rivista Cell Death & Disease, effettuato da un gruppo internazionale coordinato dai genetisti Giuseppe Novelli e Pier Paolo Pandolfi.
Un farmaco il cui studio è stato finanziato dalla Fondazione Roma, hanno collaborato anche l’ospedale Bambino Gesù di Roma, l’Università San Raffaele di Roma e diverse istituzioni americane come Harvard e Yale e anche francesi come Hopital Avicenne.
“Dobbiamo testare il farmaco in studi clinici con pazienti Covid-19 per valutare rigorosamente se può prevenire la manifestazione di sintomi gravi e potenzialmente fatali” sottolinea Novelli. “Avere opzioni per il trattamento in particolare per i pazienti che non possono essere vaccinati è di fondamentale importanza per salvare sempre più vite umane e contribuire a una migliore condizione e gestione della salute pubblica”.
Aggiunge poi Pandolfi che bisogna pensare a lungo termine e che i vaccini pur essendo molto efficaci potrebbero non esserlo più in futuro, perchè il virus muta e quindi è necessario disporre di più armi per combatterlo.
Sempre Pandolfi dichiara: “in futuro sarà importante valutare se 13C possa anche ridurre le gravissime complicazioni cliniche che molti pazienti sperimentano dopo aver superato la fase acuta dell’infezione. Questo rappresenterà un grave problema negli anni a venire che dovremo gestire”.
Il composto 13C si candida a essere usato come antivirale da solo o in combinazione con altre terapie.