I fratelli Lumière furono fra i primi cineasti della storia. La prima proiezione di un film privato da parte degli imprenditori francesi si tenne il 22 marzo 1895.
I Lumière lavorarono a lungo per il loro padre, Antoine Lumière di professione fotografo. Quando Antoine andò in pensione si dedicarono alla creazione della pellicola cinematografica.
Brevettarono l’invenzione del foro di trascinamento nella pellicola, per far in modo che questa potesse essere trascinata attraverso la camera ed il proiettore che fusero in un unico strumento, dando vita al cinematografo.
Il cinematografo fu brevettato il 13 febbraio 1895.
La prima proiezione privata del film “Le Sortie de l’usine Lumière” si tenne il 22 marzo 1895, e poi il 28 dicembre dello stesso anno vi fu la prima proiezione pubblica al “Salon Indien du Grand Cafè Boulevard Des Capucines”.
Si data solitamente la nascita del cinema con le prime proiezioni dei fratelli Lumière, ma dietro vi è un percorso molto più lungo… Già dai primi studi sull’ottica in Magna Grecia, una serie di innovazioni hanno portato il cinema ad essere quello che conosciamo oggi.
Allora cosa hanno fatto di così innovativo i fratelli Lumière?
I Lumière hanno definitivamente segnato il passaggio dal cinematografo al cinema. Grazie allo schermo, ma soprattutto con le proiezioni pubbliche il cinematografo è diventato un potente mezzo di comunicazione nella società industriale e nella cultura di massa.
Prima dei Lumière tanti erano i pareri discordanti…
Coloro che affermavano che il cinematografo doveva limitarsi ad essere acquistato per consumo individuale, direttamente dalla fabbrica per massimizzare i profitti.
I Lumière concedendo le proiezioni al pubblico hanno creato un vero e proprio nuovo fenomeno sociale. Un tempo di svago per sopprimere alle tante ore di lavoro in fabbrica.
Avviene così la distinzione decisiva fra cinematografo e cinema. Il cinematografo identificato come un dispositivo tecnologico. Mentre il cinema è un linguaggio, un mezzo socialmente condiviso.
Il cinema è un mezzo basato sul ciclo di produzione della fabbrica ma con una sostanziale differenza. Non più un luogo come l’industria dove gli operai vivevano “un’atrofizzazione dell’esperienza”, ma un tempo di svago dove poter vivere a pieno la propria vita.