A partire dall’anno scorso, la terribile crisi economica in cui il mondo è precipitato ha fatto sì che sorgesse un nuovo profilo personale: il navigator.
I navigator si dedicano alla ricerca di un posto di lavoro adatto alle esigenze dei nuovi disoccupati. Il loro impegno è diretto, soprattutto, a coloro il cui unico guadagno è rappresentato dal reddito di cittadinanza.
Arrivano notizie positive su questo fronte: sarebbero disponibili più di 4000 impieghi, adeguati alle possibilità e alle necessità dei percettori, ossia degli individui che ricevono il reddito di cittadinanza.
Nuovi impieghi ed incarichi destinati a percettori
Nella sola regione Campania, i navigator hanno condotto una meticolosa indagine avente come obiettivo la scoperta di nuovi posti di collocamento. Il risultato? Strabiliante, sarebbero disponibili circa 4270 posizioni.
Prontamente, i neo professionisti hanno tentato di reclutare profili compatibili alle numerose occasioni di occupazione presentatesi, prendendo come riferimento un campione che includesse i disoccupati che si sono rivolti ai centri per l’impiego. Si sono dunque elargiti vari consigli alle imprese, affinché queste non si rivolgessero alle società private, per assumere i lavoratori.
Le testimonianze dei navigator
Luisa Antonietta Tangredi, uno dei 440 navigator della regione campana che ha provveduto a compensare le lacune createsi a causa di questa lacerante crisi finanziaria, ha espresso la sua opinione sul progetto.
Un lavoro di grande utilità, ma non facile da portare a termine e iniziato con grande ritardo, per via dei continui dissidi fra governo e regione.
Altra figura fondamentale fra i navigator, collaborativi e attivi, è Ilenia De Coro. L’impiegata ha sottolineato il senso di frustrazione dei residenti che percepiscono un reddito, senza poter essere in qualche modo utili alla società stessa.
Ilenia De Coro ha portato ad esempio le migliaia di storie che circolano sulle tantissime persone, con scolarizzazione bassa e con prole.
Dai loro discorsi traspare la loro vergogna e disperazione, per non essere più riusciti a trovare un posto dignitoso, all’interno del sistema produttivo italiano.
Il loro compito è quello di spingerli a non arrendersi e a gettarsi a capofitto ogniqualvolta si presentino buone possibilità nel campo lavorativo.