La lupa nella gabbia uno dei temi meno affrontati, le donne in carcere: secondo recenti dati forniti dall’amministrazione penitenziaria, su un totale di 58.163 detenuti presenti nelle carceri italiane, le donne sono 2.402, cioè il 4,12% della popolazione carceraria. Ma qualcuno si ricorda di quel 4,12%?
Sostanzialmente uno dei temi principali riguardano principalmente gli uomini carcerati, La lupa nella gabbia vuole raccontare di tutte quelle donne di cui non si sa molto. L’idea nasce da una piccola realtà napoletana, Delirio Creativo. Andiamo a leggere l’intervista rilasciata al XXI SECOLO da Federica Palo e Raffaele Bruno, gli artisti da cui nasce lo spettacolo.
La lupa nella gabbia: lo spettacolo teatrale che ha come protagoniste le donne in carcere
L’intervista inizia con le parole di Federica Palo la quale esprime:
“Io personalmente faccio e spero di fare ancora il laboratorio di teatro nella sezione femminile del carcere di Salerno. Da questa mia esperienza e dalle testimonianze scritte di testi di detenute che abbiamo incontrato nelle carceri di Pozzuoli , Benevento e Salerno; con il progetto Gli Ultimi Saranno nasce uno spettacolo incentrato sulla condizione femminile in carcere, “La lupa nella gabbia”. Si parla più spesso della carcerazione maschile, mentre quella femminile è un mondo a sé fatto di grande solidarietà femminile, talvolta anche di abusi e di grande malinconia nel momento in cui si va toccare il tema della maternità.“
l’attrice salernitana continua:
“La cosa peggiore per una donna in carcere è quando viene privata della sua condizione naturale di mamma, per chi ha figli: il tema dei figli è un nella maggior parte dei casi molto doloroso e serve una grande consapevolezza per affrontarlo in maniera tranquilla.
L’inconsapevolezza è uno dei motivi principali per cui molte persone vanno a finire in carcere, per quest’ultimi, affrontare i propri fantasmi è davvero difficile.
– La lupa nella gabbia – è uno spettacolo che ha come protagonista una donna in stato di detenzione che attraversa vari momenti: quello dell’inconsapevolezza, per l’appunto, che la spinge e commettere un omicidio. La rassegnazione alla vita carceraria in cui il tempo è dilatatissimo, sempre uguale, si ripete scandito dalle stesse cose, e il momento in cui si rende conto che non è solo luogo di abbrutimento, ma può essere anche migliorativo, rispetto alla donna che vuole effettivamente diventare. Degli errori che ha fatto e di come vorrà essere diversa una volta uscita, quindi in realtà il finale è un finale di speranza e positività perché tutti possiamo commettere errori anche molto gravi, ma ognuno ha diritto ad una seconda possibilità.
All’interno dello spettacolo ci sono anche dei riferimenti alla condizione carceraria vera e propria in cui le donne vengono trattate come gli uomini, private spesso della loro femminilità… ma tutto è migliorabile.
C’è questo raffronto con la lupa perché il lupo è molto materno e simile all’essere umano. “La lupa nella gabbia” si avvale di una collaborazione d’eccezione con le musiche originali e suonate dal vivo del gruppo musicale napoletano – Gatos do mar“.
Nell’iniziativa ci sono quindi: con l’arpa, Gianluca Rovinello, con le percussioni, Pasquale Benincasa, con la voce, Annalisa Madonna, come attrice, Federica Palo e con la regia di Raffaele Bruno.
“Lo spettacolo nasce con l’esigenza di condividere con l’esterno le voci di dentro. In particolar modo provare a portar fuori il quotidiano, questa è una delle cose rappresentate minormente in queste tematiche. Provare a far nascere nello spettatore un’empatia – umana, aiutando ed accompagnando lo spettatore ad immedesimarsi nel quotidiano, nel piccolo” – ha affermato Raffaele Bruno.
A quanto affermato lo spettacolo era già pronto dal 16 novembvre 2020, ma a causa della pandemia è stato rimandato.
Le date confermate erano tre, si aspetterà un miglioramento della situazione per far partire lo spettacolo.