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La leggenda della strega esiliata nella Reggia di Caserta

La leggenda della strega esiliata nella Reggia di Caserta, narra dell’amore ostacolato tra il principe Andrea e Rossella, una bellissima ragazza di umili origini, nato in quella che un tempo fu la residenza reale borbonica.

Nonostante la netta differenza di ceto, i due ragazzi si amavano così profondamente da essere pronti a convolare a nozze.

Secondo la leggenda il loro amore venne ostacolato da alcune donne aristocratiche, che vedevano in quel matrimonio la fine delle loro aspirazioni nuziali. Fu così, che le nobildonne decisero di recarsi qualche giorno prima del lieto evento da una strega, che diede loro una rosa avvelenata per uccidere la futura sposa.

Il giorno le nozze, le donne portarono la rosa in dono all’ignara Rosella, la quale, pochi attimi prima di percorrere la navata, decise di annusarla. Le aspettative delle nobildonne vennero, però, tradite in quanto Rosella non morì ma si trasformò in un’anziana donna dal terribile aspetto.

La ragazza, decise  di recarsi da una megera, residente nel beneventano, la quale le disse che solo il bacio di un principe avrebbe potuto spezzare il terribile sortilegio. Certa del bacio di Andrea, Rosella fece ritorno al palazzo, ma non solo non venne riconosciuta dal suo principe, ma fu anche accusata del rapimento dell’amata e quindi esiliata in una grotta, oggi racchiusa nel parco della Reggia di Caserta.

Deciso a ritrovare a tutti i costi la sua amata, Andrea organizzò una spedizione che lo portò fino ai confini del suo regno. Dopo tre anni di sforzi vani morì per la disperazione.

Molto tempo dopo, a causa di un forte rumore dovuto ad una battuta di caccia, il silenzioso esilio di Rosella s’interruppe. Un cacciatore s’imbatté nella grotta in cui la donna fu relegata.

Il giovane cacciatore era Ulrico, principe austriaco, che colpì a tal punto Rosella con la sua gentilezza che decise di regalargli un ramo di pungitopo da appendere al petto come portafortuna.

Durante la battuta di caccia il Re, padre di Andrea, rischiò di essere ucciso da un cinghiale infuriato e Ulrico si frappose tra l’animale e il monarca sacrificandosi. Rosella, rimase così impressionata dalla scena che urlò disperata. Fu così, che i presenti la notarono e ritenendola responsabile dell’accaduto, la condannarono a morte.

A palazzo, Rossella, espresse un ultimo desiderio; quello di vedere un’ultima volta Ulrico. Nell’atto, di accarezzare il corpo del principe, la donna si punse col rametto che il nobile portava all’occhiello della giacca e una goccia del suo sangue cadde sulla bocca di Ulrico che si risvegliò miracolosamente.

Appreso l’accaduto, il principe chiese di restare da solo con la vecchia ed istintivamente la baciò. Non appena le labbra dei due si sfiorarono, Ulrico venne travolto da una grande luce dalla quale emerse una giovane e bellissima ragazza: il maleficio era stato spezzato e Rosella aveva ripreso le sue vere sembianze.

Dopo pochi giorni, i due si sposarono e partirono per un viaggio di nozze che, secondo alcuni, prosegue ancora oggi. La vicenda, dopo varie vicissitudini e sofferenze, si concluse positivamente portando dopo una lunga attesa, Rosella al suo meritato lieto fine, diventando una suggestiva leggenda.

Emanuela Iovine
Emanuela Iovinehttps://www.21secolo.news
Ambiziosa, testarda e determinata. Napoletana ma residente a Gallarate. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", presentando una tesi dal titolo: "Tendenze Linguistiche del Giornalismo dalla carta al web". Iscritta dal Novembre 2016 all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania. Diplomata nel Giugno 2013 in danza classica e moderna e attualmente docente di lettere.