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Pasta di Gragnano: una storia antica

La storia della pasta di Gragnano ha radici molto antiche, radici che affondano più indietro del XVI secolo, tempo in cui apparirono sul territorio i primi pastifici a conduzione familiare. La tradizione riporta una data ben precisa riguardo la diffusione della pasta di Gragnano: il 12 Luglio 1845. La storia, a metà tra realtà e leggenda, racconta che il sovrano Ferdinando II di Borbone, in quella data, offrì ai pastifici di Gragnano l’alto onore di servire la Corte di pasta lunga.

In realtà, la produzione della pasta di Gragnano, comune della città metropolitana di Napoli, risale al tempo dei Romani. Già in questo periodo la città era dedicata alla macinazione del grano. Questa, era affidata alle acque del torrente Vernotico, lungo la Valle dei Mulini, che muovendo le pale dei mulini trasformava il grano in farine. Il grano, poi, veniva trasportato per sfamare le città di Ercolano e Pompei.

Fu la povertà dei sudditi dei Borbone a dare una svolta alla storia di quest’eccellenza: la necessità di scorte alimentari per gli indigenti comportò delle innovazioni nella produzione. I pastifici si specializzarono, nel ‘500, nella produzione di pasta secca, più economica e meno reperibile di quella fresca. Diedero vita ad una vera e propria corporazione, quella dei ‘vermicellari’, a cui si accedeva tramite licenza concessa dal sovrano.

La storia della pasta di Gragnano: ‘800, ‘900 e contemporaneità

Tutti concordano, però, nel sostenere che la pasta di Gragnano incontri il suo periodo d’oro nel ‘800, secolo della nascita dei grandi pastifici del territorio. Fu proprio l‘unificazione dell’Italia, nel 1861, a favorire la diffusione della pasta gragnanese lungo tutta la penisola. Torino, Firenze, Milano: tutte le grandi città si aprirono al commercio per la pasta secca campana.

Nel ‘900, invece, l’industria subirà un duro colpo. La produzione lenta ed artigianale divenne poco competitiva rispetto alla produzione di pasta industriale del nord Italia. Da qui, la scelta di specializzare e restringere sempre di più la produzione con lo scopo di creare di un prodotto in piccole quantità ma di qualità superiore.

Una cosa, si può dire, sia rimasta abbastanza costante nel corso dei secoli: l’attenzione per una lavorazione artigianale. Certo, con l’introduzione dell’elettricità molte cose sono cambiate all’interno dell’industria ma l’attenzione per il prodotto è ancora la medesima. Ancora oggi l’essiccazione della pasta di grano duro è lenta e graduale, poco aggressiva e a bassa temperatura. Inoltre, la pasta di Gragnano è trafilata al bronzo, il che le dà la sua particolare consistenza rugosa, perfetta per trattenere ogni tipo di condimento. 

Nel 2013 la pasta di Gragnano ha ottenuto la certificazione IGP a livello europeo confermando, a livello internazionale, il suo titolo di tesoro della tradizione campana.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.