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Anemia mediterranea: il ruolo del ferro nel suo trattamento

L’anemia mediterranea prende il nome dall’area in cui è presente con maggiore diffusione: il bacino Mediterraneo, coinvolgendo paesi quali Grecia, Medio Oriente, Africa e Italia

In Italia è presente con una percentuale elevata in cui si contano circa 7.000 pazienti affetti da tale patologia a carattere ereditario, colpendo in particolar modo le isole italiane

Ma cos’è veramente l’anemia mediterranea?

Questa non è altro che una conseguenza del difetto di una molecola dei globuli rossi che si lega al ferro: l’emoglobina. 

Come sappiamo, i globuli rossi hanno la funzione di trasportare ossigeno a tutte le cellule del corpo; il loro colore, inoltre, è dato proprio da questa molecola e dal ferro con cui lega.

Il ferro è il protagonista di tutto questo processo. La scarsa quantità dell’emoglobina nel sangue porta, in termini clinici, alla conseguenze comparsa dell’anemia mediterranea. Questa non riesce a legarsi al ferro, che pertanto si accumula nell’organismo, rimanendo inutilizzato.

Le cause possono essere molteplici; carenza di ferro, di vitamine, perdite di sangue, molto frequente nelle donne, malattie croniche o anche ereditarie.

I sintomi di questa malattia si presentano di solito entro il primo anno di vita e comportano a lungo andare pallore, diminuzione del colorito delle labbra e delle gengive, debolezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione, piedi e mani spesso fredde, capogiri e ronzii alle orecchie, per non parlare dell’aumento del battito cardiaco ed affanno in seguito a sforzi leggeri.

In linea generale, esistono due forme di anemia mediterranea: 

  • La forma Minor, che non presenta particolari sintomi ed è detta “del portatore sano” in cui l’unico vero rischio è dato dall’avere un partner anch’egli portatore sano. Questo rappresenta un 50% di probabilità di avere un figlio malato; 
  • La forma Maior, che è la patologia vera e propria. In questa forma, il ferro introdotto con l’alimentazione si accumula nel corpo, mentre allo stesso tempo, i globuli rossi trasportano una forma di emoglobina alterata che non è in grado di legarsi con il ferro. 

L’unica cura risolutiva all’anemia mediterranea è il trapianto di midollo. Questo permetterebbe di produrre emoglobina sana. 

Nei pazienti affetti da questa patologia si interviene attraverso la trasfusione di sangue e con cure a base di farmaci chelanti il ferro, cioè in grado di portarlo via ripulendo il sangue. 

Nei casi lievi di anemia è importante ridurre l’apporto di cibi contenenti ferro come carni bovine e suine e tutte le altre fonti animali ricche di ferro. Allo stesso tempo, anche alcuni generi di frutta e verdura sono da evitare, in caso di anemia mediterranea come prugne, anguria, spinaci, verdure con foglie verdi, datteri, uvetta, broccoli, piselli, fave e fagioli.

È quindi importante seguire un’alimentazione sana e mirata, soprattutto se ricca di calcio, zinco e vitamina D.