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Nasce la piattaforma digitale della cultura italiana

Il ministro Dario Franceschini ha annunciato la nascita di una piattaforma digitale della cultura italiana con lo slogan: “la Netflix della cultura italiana“. La piattaforma è un progetto avviato dal ministero lo scorso Aprile 2020, anche se, ad oggi, c’è ancora indecisione per il nome. Franceschini ha definito con entusiasmo quest’iniziativa come un’offerta che durerà nel futuro.

Ha, inoltre, dichiarato: “stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana che consenta di offrire a tuto il mondo, a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con un’altra modalità, ma sono convinto che l’offerta online continuerà anche dopo“.

Questa proposta, dopo il decreto Rilancio e i decreti attuativi, è diventata una realtà. La Cdp ha confermato l’avvio della piattaforma il 3 dicembre con “l’obiettivo di sostenere il settore delle performing arts, particolarmente colpito nel corso di quest’anno dalla pandemia da Covid-19“.

Il Midap e la Cdp hanno avviato una selezione, includendo la Rai ed altri operatori italiani, per l’individuazione di un partner industriale. Ciò ha portato alla selezione della CHILI spa, una società attiva dal 2012 con circa 4 milioni di iscritti, scelta sulla base della sua esperienza nel settore dei servizi TV on demand.

La selezione ha comportato la costituzione record di una nuova società controllata al 49% dalla CHILI spa e al 51% da Cdp. Per questo progetto il ministero investirà 10 milioni, la Cdp 10 milioni e la CHILI spa 9 milioni.

Gli abbonamenti saranno di diverso genere. Sarà possibile abbonarsi ad un solo canale o anche acquistare eventi singoli.

La nuova piattaforma della cultura: l’esclusione della Rai

Il presidente della commissione Vigilanza Rai, Alberto Barachini, in una lettera inviata al titolare del Mibact, Dario Franceschini, ha scritto riguardo il progetto: “l’esclusione della Rai dalla prima piattaforma digitale italiana della cultura risulta quanto meno incomprensibile dal momento che l’azienda resta uno dei principali veicoli di trasmissione culturale dell’Italia”. Nascono, quindi, già i primi scontenti.

Probabilmente il fatto che la Rai possegga già una piattaforma on demand, Raiplay, insieme con vari canali dedicata alla cultura, entra in contrasto con lo sviluppo e la promozione della nuova piattaforma.

Già a partire da fine febbraio, quindi, si avrà la possibilità di accedere a mostre, concerti, podcast, contenuti audiovisivi originali e fiere. Nella piattaforma sarà possibile, inoltre, acquistare biglietti per eventi on demand e film.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.