DeaCultura: un progetto nato durante la pandemia
Se la pandemia ha fermato il mondo e l’economia per diversi mesi, la cultura non ha frenato. Proprio durante il lockdown, quando gli italiani sono stati costretti a stare a casa senza uscire, un gruppo di studenti della Federico II, ha ideato un progetto culturale per diffondere il loro “sapere” anche a distanza. Nasce così, DeaCultura che esprime come si possa parlare di cultura con armonia, passione e divertimento.
Ai microfoni del XXI SECOLO è intervenuta un esponente del progetto, Chiara Verdicchio.
Che cos’è e come nasce Dea cultura?
«DeaCultura è un movimento culturale, nato con lo scopo di diffondere cultura tramite i social. Prima di essere un mezzo di divulgazione culturale, è un gruppo di quindici persone, tanto diverse nel modo di essere quanto simili per non dire uguali nella volontà e nella perseveranza impiegate per raggiungere gli obiettivi prefissati. È nato per caso, quasi come fosse la cosa più naturale del mondo, il 25 Marzo 2020, giornata dedicata al Sommo poeta Dante Alighieri. Avevamo commemorato il poeta con una video-lettura di alcuni versi, tra i più incisivi, delle tre cantiche. La cultura è meraviglia e, in quanto tale, dà vita a cose altrettanto meravigliose: la nostra unione.
La quarantena era cominciata da poco. Tutti ci sentivamo soli e spaesati e, più andavamo avanti con la preparazione del progetto dantesco, più ci accorgevamo che la solitudine e la tristezza lasciavano spazio alla condivisone e al divertimento. Per questo, dopo l’evento, non ci sentivamo pronti a lasciarci. Volevamo creare qualcosa che ci regalasse, quotidianamente, tutte le emozioni positive che il 25 marzo ci aveva lasciato. Quale modo migliore se non creare una pagina che abbracciasse la cultura a 360 gradi e che ci permettesse di dilettarci e, contemporaneamente, imparare? Ecco a voi allora Deacultura, grazie alla quale ci siamo sentiti e continuiamo a sentirci parte di una meravigliosa famiglia. DeaCultura è stata per noi ciò che è stata la casa di campagna per i personaggi boccacciani durante la peste nera: rifugio sicuro.»
Chiara, hai detto che il progetto è nato durante la quarantena. Ci spieghi in che modo? Come avete trascorso i giorni della quarantena con questo progetto?
«Sono stati giorni intensi, quanto meravigliosi. Le prime giornate sono state fatte di confronto, di scelte, di conoscenza. Prima di quel momento, eravamo – si può dire – estranei e dovevamo adottare strategie per fare in modo che diventassimo tutt’uno. Non è stato molto complicato, a dire il vero: c’è stata armonia fin da subito. Ancora mi ricordo della notte in cui scegliemmo il nome della pagina: era davvero tardi, ma pochi riuscivano a dormire – era tanta la preoccupazione per il periodo storico del tutto nuovo e inaspettato che stavamo vivendo – e trascorremmo il tempo a buttar giù mille nomi diversi. Ma, appena fu proposto “DeaCultura”, nessuno ebbe più dubbi. Era quello giusto. Da allora, abbiamo iniziato a trascorrere il tempo creando contenuti; tra un video e una risata quelle che erano state giornate infinite, con DeaCultura sembravano durare un battito di ciglia.»
Qual è l’obiettivo del progetto?
«Crescere, creare, continuare a imparare e dimostrare che possano esserci svago, leggerezza e divertimento anche dedicandosi al sapere. Tuttavia l’obiettivo, quello più importare, penso sia restare sempre cosi, affamati e uniti, come fossimo una cosa sola. Non so cosa ci riservi il futuro. Al giorno d’oggi è tutto così incerto che faccio fatica a immaginarlo. Mi auguro comunque che DeaCultura possa evolversi da movimento ad associazione culturale, stanziandosi in luogo fisico in cui potersi ritrovare a parlare non solo di cultura, ma di tutto ciò che possa essere argomento di conversazione, proprio come facciamo noi membri del gruppo.»
Con la pandemia è cambiato il modo di fare cultura? In che modo fate il vostro operato?
«Diffondiamo o almeno proviamo a diffondere cultura in mille modi diversi: creando video e/o immagini informative sulle piattaforme social principali, quali Instagram e Facebook; dando qualche chicca sugli argomenti più disparati anche e soprattutto tramite stories, sicuramente più dirette e immediate rispetto ai post. Da pochissimo ci siamo affacciati a TikTok, che, ad oggi, sembra essere il social di riferimento dei più giovani.»
Cosa farete per Natale?
«Abbiamo pensato di dar vita a un concorso letterario, “una lettera sotto l’albero”. Per la realizzazione di tale evento, è stato chiesto ai partecipanti – le cui opere saranno valutate da una giuria accuratamente scelta – di scrivere una lettera, avente come destinatari persone care o – perché no?! – loro stessi, da regalare e/o da regalarsi. In un momento storico come questo, in cui toccarsi è proibito, quale modo migliore di arrivare al cuore di chi si ama con le parole? Le parole sono, spesso, sottovalutate, ma hanno enorme potere. A volte, possono far male – certo -, ma, se usate nel modo giusto, posso trasmettere lo stesso amore di una carezza, di un bacio, di un abbraccio. Il concorso è cominciato l’1 dicembre e terminerà il 20 dello stesso mese. C’è ancora tempo per partecipare! Quindi, non facciamo altro che aspettare e leggere queste meravigliose lettere.»